Casotti Piero

Sogliano al Rubicone, 1891 - ?, 1942

La vecchia Taranto

Inventario

Numero inventario: S-FN16641
Inventario precedente: FN40626
Collocazione: Gabinetto Disegni e Stampe, Fondo Nazionale; cartella FN153

Autori

Incisore: Casotti Piero (1891/ 1942)
Disegnatore: Casotti Piero (1891/ 1942)
Inventore: Casotti Piero (1891/ 1942)
Ambito culturale: italiano

Soggetto

Identificazione: Taranto, veduta della città vecchia
Titolo proprio: La vecchia Taranto (da stampa)
Fondo: Fondo Nazionale

Cronologia

Datazione: Sec.XX (prima metà)

Dati tecnici

Misure: mm. 177 x 219
Misure foglio: mm. 194 x 237
Materia e tecnica: xilografia
Stato di conservazione: discreto (foxing)

Iscrizioni

Iscrizioni: In basso, a sin., «P.C»
In basso, a sin., a penna: «La vecchia Taranto»
In basso, a dx., a penna: «Piero Casotti»

Osservazioni:

Osservazioni: La figura di Piero Casotti si inquadra, seppur definendosi entro sfumati contorni, entro le vicende della cultura figurativa pugliese e tarantina degli anni Venti e Trenta del Novecento. Dalle scarne notizie disponibili, emerge la fisionomia di un artista lontano dalle cerchie accademiche (frequenta unicamente i corsi liberi di nudo dell’Accademia di Belle Arti di Roma) che matura un personale approccio alla pittura tramite la frequentazione di Francesco Romano (paesaggista di Gioia del Colle) che gli permette successivamente di inserirsi nelle cerchie artistiche pugliesi.
Il Casotti inaugura in Puglia quell’interesse verso il paesaggio che rappresenterà la caratteristica di quegli autori locali che, nel dopoguerra, riuscirono-seppur entro evidenti limiti-ad uscire dalle secche di un provincialismo artistico tipico delle aree rurali del sud Italia. La produzione casottiana si caratterizza infatti da una spiccata vena paesaggista legata alla città di Taranto (dove si trasferì dalla Romagna) che rappresentò il fulcro della ricerca espressiva dell’autore. L’antico centro storico, il mare e i grandi vigneti divengono per il casotti “cartoline” in cui focalizzare un’attenta ricerca espressiva e una sicurezza nel mezzo grafico che gli valsero l’inserimento in alcune delle maggiori pubblicazioni del primo Novecento dedicate all’incisione (La xilografia italiana oggi, 1935). Innumerevoli, dunque, le suggestioni folkloristiche tarantine, i riferimenti classici e le gravine senza tempo che permisero all’artista di emergere attraverso l’incisione (praticata parallelamente all'attività pittorica) facendosi interprete-anche grazie all’attività pubblicistica- di un’autentica vena popolare lontana dal gusto estetizzante nazionalista degli anni Trenta.
Tali istanze risultano ben ravvisabili nel presente esemplare che condensa, mediante un deciso segno grafico, la nettezza dei passaggi chiaroscurali del porto tarantino e delle case della città vecchia. La maniera di Piero Casotti richiama alcuni tra i migliori incisori del tempo: una certa produzione di Carlo Cainelli ma anche di Luigi Servolini (emblematica, in tal senso, la xilografia Fichi d’India a Portoferraio conservata alla Fondazione Livorno). Nelle opere coeve lo sguardo del Casotti è penetrante nella trasposizione grafica e sagace nelle inquadrature e nelle prospettive, curate nei minimi particolari.

Bibliografia

  • Di Stasi A., La provincia artistica ed umana di Piero Casotti, in "La terra del Sud di Piero Casotti". Mostra antologica (Massafra, 21-30 Gennaio 1989), Stampasud Posa, 1989, pp.9-12
  • Ratta C., L’Incisione originale su legno in Italia. 300 tavole xilografiche, Prefazione di Luigi Servolini, Bologna, 1929
  • Servolini L., La xilografia italiana oggi, Napoli, Cimento, anno XIV, vol. XIII, n. 141, 1935, pp. 35-36
  • Servolini L., Dizionario Illustrato degli incisori italiani moderni e contemporanei, Milano, Gorlich, 1955, p. 176.

Condizione giuridica

Condizione giuridica: Ministero per i Beni e le Attività Culturali

Fonti e documenti di riferimento

Immagine: 82426
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