Fantetti Cesare

notizie 1673-post 1676

Agrippina sbarca a Brindisi con le ceneri di Germanico

Inventario

Numero inventario: S-FC51612
Collocazione: Gabinetto Disegni e Stampe, Fondo Corsini; volume 40H32

Autori

Incisore: Fantetti Cesare (notizie 1673-post 1676)
Disegnatore: Rosa Francesco (notizie dal 1663/ 1687)
Inventore: Rosa Francesco (notizie dal 1663/ 1687)
Ambito culturale: italiano,fiorentino

Soggetto

Identificazione: Agrippina sbarca a Brindisi con le ceneri di Germanico
Titolo proprio: Agrippina sbarca a Brindisi con le ceneri di Germanico (bibliografia)
Fondo: Fondo Corsini

Cronologia

Datazione: 1673

Dati tecnici

Misure: mm. 472 x 708
Misure foglio: mm. 493 x 727
Materia e tecnica: acquaforte
Stato di conservazione: discreto (foxing, pieghe, carta ingiallita)

Iscrizioni

Dedica: Francesco Rosa (dedicante); Giovanni Battista Spinola (dedicatario)

Osservazioni:

Osservazioni: Abile disegnatore e incisore, Cesare Fantetti nasce a Firenze ma si stabilisce presto a Roma dove, definendosi “romanus”, risulta attivo agli inizi dell’ultimo quarto del XVII secolo. Nonostante i pochi dati disponibili, una lettura stilistica delle prime incisioni realizzate lo rende debitore degli impulsi del barocco classicista romano, soprattutto dell'esempio di Annibale Carracci, Carlo Maratta, Andrea Sacchi e Ciro Ferri. Di questi importanti interpreti il Fantetti tradusse in incisione diverse notevoli opere attraverso uno stile molto vicino agli esiti di Pietro Aquila, del quale cercò di riprendere linguaggio incisorio “fondato sull'intelligenza della forma per mezzo di linee modellanti, ammorbidite dall'impiego di puntini ad impasto di origine campagnolesca e leoniana” (Petrucci, 1961).
L’arrivo nella Capitale segnò dunque per il Fantetti l’incontro diretto con la grande arte sacra e profana cinque-seicentesca romana, della quale si fece-sull’esempio di Aquila- interprete e divulgatore attraverso l’incisione in rame che viveva a quel tempo un florido periodo di affermazione dovuta alla crescita del mercato delle stampe. L’artista si inserì infatti in quel folto gruppo di inclinazione classicista che fondava la propria professionalità e fortuna su un’attività quasi esclusivamente legata alla traduzione di opere dei grandi maestri del rinascimento e barocco romano. A queste date, l'incisione si trasformò in maniera definitiva in uno strumento di circolazione culturale a basso costo e la città di Roma si andava configurando come uno dei maggior centri del mercato europeo per la produzione e la vendita di stampe. Di questo clima ne beneficiò un folto gruppo di editori, tra i quali spiccava Giovanni Giacomo de' Rossi con il quale il Fantetti strinse una proficua collaborazione sfociata con la pubblicazione della serie Imagines Veteris ac Novi Testamenti (1674)-nota anche come Bibbia di Raffaello-che raccoglie 55 tavole numerate tratte principalmente dalle Logge di Raffaello in Vaticano. Alla realizzazione di una parte delle incisioni della raccolta (ideata per sostituire sul mercato le precedenti, prodotte da Sisto Badalocchio e Giovanni Lanfranco e da Orazio Borgianni e Francesco Villamena) attese anche Pietro Aquila, che lavorò al fianco del più giovane artista.
L’incisione ad acquaforte L'arrivo di Agrippina a Brindisi con le ceneri di Germanico si colloca nel medesimo periodo in cui Cesare Fantetti traduceva le opere raffaellesche e risente del clima antiquario in voga a Roma in quel periodo. La scena è tratta dal dipinto di Francesco Rosa, esposto intorno al 1669 nella chiesa di San Giovanni Decollato e debitore, tanto da destare inizialmente dubbi sull’attribuzione, dell'esempio di Nicolas Poussin. Dalla documentata frequentazione del maestro francese, il giovane Rosa trasse infatti ispirazione per la composizione di simili scene di soggetto storico-letterario. Del dipinto rosiano, creduto perduto sino al suo rinvenimento nei depositi del Kunsthistorisches Museum di Vienna, esiste anche un disegno richiesto all’artista dal Cardinale Carlo Massimo. Tale richiesta testimonia la fortuna che ebbe il soggetto e che motivò la riproduzione che ne trasse il Fantetti.
Tratto dagli Annali di Tacito, l’episodio si riferisce all’arrivo di Agrippina nel porto di Brindisi con le ceneri del marito: il valoroso generale Germanico, morto ad Antiochia all’apice della sua popolarità. Agrippina, figlia minore di Gulia e di Marco Vipsanio Agrippa, era la nipote preferita di Augusto. Germanico era invece il figlio di Druso Maggiore, il figlio di cui Livia era incinta quando sposò Ottaviano, e di Antonia Minore, una delle figlie che Ottavia aveva avuto da Marco Antonio; il loro matrimonio rappresentò la consacrazione della dinastia giulio-claudia. Le notevoli imprese militari e la popolarità di Germanico suscitarono invidia in Tiberio, padre adottivo del generale e successore di Augusto, che decise di inviarlo in Siria per una missione diplomatica dove ebbe duri contrasti con il governatore Calpurnio Pisone. Quando Germanico muore ad Antiochia nel 19 d.C. il sospetto di un avvelenamento scatena dubbi su Pisone e lo stesso Tiberio. Il corpo di Germanico venne così cremato e le ceneri portate dalla moglie Agrippina a Roma, sbarcando a Brindisi, per essere deposte nel Mausoleo di Augusto.
Il porto di Brindisi ha rappresentato per secoli una finestra sul Mediterraneo, un approdo di grande interesse strategico fin dall’antichità-scalo di illustri personaggi storici e di eserciti diretti ad oriente-nonché centro di interesse topografico in quanto punto di arrivo della Via Appia: la “Regina Viarum”. L’arrivo a Brindisi avvenne all’inizio del 20 d.C., dove una grande folla di sostenitori accolse nel porto lo sbarco della donna. Il racconto di Tacito si sofferma particolarmente sul questo gruppo di afflitti che accolse le spoglie del generale. Il ritorno dell’eroe fu inoltre onorato dai molti magistrati accorsi, mentre i Pretoriani scortarono le ceneri sino a Roma dando vita a un corteo,simile a un  funerale di stato, che interessò Brindisi e tutta la Via Appia.
Nell’incisione di Fantetti sono ben ravvisabili le ascendenze poussiniane che ispirarono il giovane Francesco Rosa e che si esprimono principalmente nella tumultuosa composizione di gusto barocco, nei forti contrasti chiaroscurali-egregiamente resi dallo stile incisorio del Fantetti-e nelle ascendenze classiche dei personaggi. Questi ultimi affollano la scena con ampie e vistose gestualità di cordoglio. In aperto contrasto con la scena movimentata, appare la figura dolente di un guerriero sulla sinistra: il movimento tortile della figura, l’espressione ufficiale, la tunica succinta raccolta in pieghe triangolari, le braccia aperte col fianco inarcato e il braccio disteso documentano l’erudita ricerca formale del Rosa e l’abilità grafica del Fantetti in questa trasposizione ad acquaforte. Al centro la figura classicheggiante di Agrippina, raccolta in un ampio panneggio, reca ai magistrati turbati lo scrigno con le ceneri che di lì a poco raggiungerà Roma tra gli onori e il tumulto. Una diversa caratura caratterizzerà invece la figura della donna romana nell’Agrippina sbarca a Brindisi con le ceneri di Germanico, dipinto da Bejamin West nel 1768 e conservato alla Yale University Art Gallery. Nella composizione dell’artista americano (molto diversa da quella di questa incisione) i pacati e composti atteggiamenti dei dolenti risultano modellati sullo schema di alcuni personaggi dell’Ara Pacis segnando un rinnovamento del dialogo con l’antico rispetto agli esiti tardo-seicenteschi.

Bibliografia

  • Caputo A., Penta M.T., Incisioni italiane del '600 nella raccolta d'arte Pagliara dell'Ist. Suor Orsola Benincasa, Napoli, 1987, p. 212
  • Petrucci A., Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 3, Roma, 1961, p.213
  • Montalto, L., Il Belisario cieco dell’antica quadreria Pamphilj, in “Rivista dell’Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte”, nuova serie, III, Roma 1954, pp. 219-241.
  • C.A. Petrucci, Catalogo generale delle stampe della Calcografia nazionale, Roma 1953, p. 58
  • Le Blanc C., Manuel de l'amateur d'estampes..., II, Paris 1856, p. 218

Condizione giuridica

Condizione giuridica: Proprieta' dell'Accademia dei Lincei
Provenienza: deposito; Accademia dei Lincei; 1895

Fonti e documenti di riferimento

Immagine: 46550
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