Piranesi Giovanni Battista

Mogliano Veneto (?), 1720 - Roma, 1778

[Camino decorato con due teste addossate cinte da elmi figurati]

Inventario

Numero inventario: M-1400_885b
Inventario storico di categoria: 1400/885b
Nuovo inventario di categoria: 11546
Stampa corrispondente: S-CL2418_19588
IVS2: CL54717_14441
Collocazione: Calcoteca

Autori

Incisore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Disegnatore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Inventore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)

Soggetto

Titolo proprio: [Camino decorato con due teste addossate cinte da elmi figurati]
Serie: Diverse maniere d'adornare i cammini...
Denominazione raccolta: Firmin Didot (Piranesi)

Oggetto

Definizione: matrice incisa

Cronologia

Datazione: 1769 (Sec. XVIII)

Dati tecnici

Materia e tecnica: Acquaforte su rame con interventi a bulino;
Misure: mm 256 x 396; spess. 1,2-1,6

Iscrizioni

Iscrizioni: In alto a sinistra: 885.b.
In basso a destra: Cavalier Piranesi inv. ed inc.
In basso a sinistra: 17

Osservazioni:

Osservazioni: Per la prima volta nell'ordine in cui sono disposte le tavole compare in questo camino l'elemento del parafuoco, grata metallica che chiude sul retro la cassetta porta-carbone, funzionale alla diffusione del calore nell'ambiente. Il manufatto, pressoché sconosciuto nel continente, si diffonde in Inghilterra verso la metà del Settecento, come testimonia una ricerca condotta da Battaglia su disegni pubblicati in testi di architettura e ornato inglesi. Alcuni disegni per questo soggetto, anche di mano di Robert Adam, sono conservati al John Soane's Museum (Battaglia 1994, pp. 233-234, nota 114). Effettivamente, quando il 3 ottobre del 1767 William Hamilton, console britannico a Napoli, scriveva a Piranesi per ringraziarlo dell'invio di alcune stampe sciolte dei Camini, precisava: “… it [il lavoro intrapreso da Piranesi sui Camini] will be very usefull in my country where we make much use of fire pleces. The ornaments will be found without end there”. E Piranesi affermava a proposito del “focolare” che questo era “in grand'uso presso gli inglesi”, così nella didascalia del camino egizio alla tav. 18 (cat. 101), il cui rame non è pervenuto in Calcografia.
Tuttavia, proprio Battaglia si fa sostenitrice dell'idea che l'inserimento della cassetta porta-carbone in alcune tavole dei Camini non sia tanto da mettere in dipendenza da una destinazione inglese dei progetti dell'autore, quanto piuttosto da considerare essenzialmente per la sua valenza compositiva, da raccordare quindi all'architettura che la ingloba. Nella fattispecie la grata metallica bilancia dall'interno l'organizzazione dell'immagine, proponendo una soluzione architettonica che ricorda le partiture a colonnine della pittura murale pompeiana, nella quale è inquadrata la scena della Fucina di Vulcano, forse memore della rappresentazione a fresco della scuola di Raffaello nella Villa della Farnesina: una riprova dell'oscillazione dell'autore tra i due poli principali di riferimento per i camini etrusco-romani, quello delle pitture di Ercolano e Pompei e quello delle grottesche di ambito raffaellesco, fonti cui attinge con spregiudicata fantasia per il prelievo delle iconografie all'antica.
L'architettura del camino è monumentale. Al centro dell'architrave si contrappongono due volti di profilo con elmi sormontati da leoni alati. Alle estremità chiude la composizione la Dea Roma con elmo e scudo che si staglia tra girali di acanto.
Sugli stipiti teste equine con creste stilizzate si dispongono in cima a elementi il cui andamento curvilineo rimanda all'acrostolio sulla prua delle navi greco-romane. Negli angoli superiori siedono Vittorie alate con corone di alloro tra le mani. Sopra la cornice i candelieri sono suggeriti da bizzarri piedistalli con zampe di rana. Un motivo ornamentale a greca sul contorno suggella tutta la composizione.
Sulla matrice si devono segnalare da un punto di vista tecnico i grossolani e profondi solchi a bulino condotti sulla fitta trama nera ad acquaforte all'interno del camino, per intensificare le aree più in ombra. Da un punto di vista stilistico invece le figurette animate alle prese con martelli e incudine nella rappresentazione della Fucina sono condotte a linee parallele, nella modalità consueta della bottega piranesiana, come già si è avuto modo di evidenziare nell'analisi delle opere degli anni Cinquanta (cfr. a esempio l'elaborazione delle figure di busti e statue nel rame del frontespizio del Tomo II delle Antichità Romane in Mariani 2014, cat. 80).
Nelle prime edizioni BAV, R.G. Arte Archeologia e GNAM la tavola non era stata ancora numerata; nell'edizione di Madrid (Rabasf) numerata a penna e inchiostro 17.

Bibliografia

  • Petrucci, 1953, p. 290, n. 885b, tav. 17  
  • Focillon, 1967, p. 355, n. 877
  • Wilton-Ely, 1994, p. 907, n. 834
  • Ficacci, 2000, p. 523, n. 646.
  • MISITI, Maria Cristina; SCALONI, Giovanna (ed.), Giambattista Piranesi: sognare il sogno impossibile, Istituto Centrale per la Grafica, Roma, 2022, libro multimedia.  

Condizione giuridica

Condizione giuridica: Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali
Provenienza: Acquisto

Compilazione

Compilatore: Giovanna Scaloni
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