Piranesi Giovanni Battista

Mogliano Veneto (?), 1720 - Roma, 1778

[Camino egizio con due mummie di profilo nel montante sinistro]

Inventario

Numero inventario: M-1400_887b
Inventario storico di categoria: 1400/887b
Nuovo inventario di categoria: 11550
Stampa corrispondente: S-CL2418_19592
IVS2: CL54721_14445
Collocazione: Calcoteca

Autori

Incisore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Disegnatore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Inventore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)

Soggetto

Titolo proprio: [Camino egizio con due mummie di profilo nel montante sinistro]
Serie: Diverse maniere d'adornare i cammini...
Denominazione raccolta: Firmin Didot (Piranesi)

Oggetto

Definizione: matrice incisa

Cronologia

Datazione: 1769 (Sec. XVIII)

Dati tecnici

Materia e tecnica: Acquaforte su rame con interventi a bulino;
Misure: mm 253 x 389; spess. 1,6-1,8

Iscrizioni

Iscrizioni: A destra, sulla pietra: 887.b.
In basso a destra: Cavalier Piranesi inv. e inc. In basso a sinistra: 21; sotto, inciso leggero a puntasecca: XV

Osservazioni:

Osservazioni: L'insolita soluzione proposta in questa matrice si caratterizza per il motivo ornamentale a forma di piramide rovesciata, che si dispiega dall'alto sui due lati della tavola. Questa invenzione decorativa documenta l'influenza esercitata nell'elaborazione dei progetti in stile egizio dalle immagini pubblicate nel Recueil d'Antiquités (1752-1767) dal Conte di Caylus. Il motivo infatti si ispira a due illustrazioni contenute nel VI tomo della monumentale opera dell'erudito francese (cfr. Battaglia 1994, p. 257), raffiguranti delle iscrizioni geroglifiche presenti sul retro di alcune statuette in porcellana (Recueil 1764, VI, tav. III, n. II e tav. IV, I). Che Pianesi avesse sotto gli occhi questo libro durante l'ideazione della tavola è confermato dalla targa con scene professionali inserita nella piramide alla sinistra del rame, il cui fregio è copiato fedelmente da un particolare riprodotto da Caylus (VI, tav. XV, n. III). Sempre dal VI tomo del Recueil sembrerebbe derivare anche l'idea dei telamoni a forma di mummie fasciate (1764, VI, tav. XI, n. I). Un ulteriore riferimento alle immagini che corredano il testo di Caylus, infine, si riscontra nella figura seduta di re persiano che compare sulla targa alla destra del rame, estrapolata in questo caso dal fregio di un amuleto riprodotto nel III tomo (1759, III, tav. XII, n. II).
L'insieme degli elementi desunti da antichi oggetti d'arte minore, quali appunto amuleti, cammei o statuette devozionali, evidenzia la portata innovativa di queste incisioni nella creazione di un nuovo stile decorativo all'egiziana, non più basato come in passato solo sulle immagini di grandi monumenti (sfingi, piramidi o obelischi). Uno stile che si diffonderà presto in tutta Europa e di cui si vanta lo stesso autore nello scritto introduttivo alla raccolta, dove parlando della sua opera come di un repertorio iconografico “utile” quanto “necessario” per gli architetti del suo tempo afferma: “Chi è alcun poco introdotto nello studio dell'antichità ben vede qual largo campo io abbia con ciò aperto all'industria de' nostri artefici” (Ragionamento, p. 1).
Nei volumi di prima edizione conservati presso il Vaticano (BAV, R.G. Arte Archeologia) e la Galleria Nazionale di Arte Moderna la stampa derivante dalla matrice originale non era stata ancora numerata.
Lo studio condotto in occasione della pubblicazione di questo volume, e in particolare il confronto tra le diverse edizioni a stampa e la matrice corrispondente, ha evidenziato che la lastra oggi nelle collezioni dell'ICG è una replica dell'originale perduto (cfr. Note a margine). Il tessuto segnico con cui è stata elaborata l'incisione non coincide infatti con quello presente sulle stampe pubblicate nel 1769, e non si riscontrano sulla matrice tracce di interventi meccanici che possano motivare le variazioni con successive modifiche della figurazione.
La matrice è risultata la replica meno fedele tra tutte quelle individuate nel corso dell'analisi sui rami piranesiani incisi per le Di- verse Maniere. La differenza più evidente con le stampe tratte dalla lastra originale consiste nella mancanza dell'elemento vegetale sopra la barca solare raffigurata sulla targa di sinistra, in corrispondenza del quale sulla replica non esistono abrasioni della superficie metallica. L'incisione in esame inoltre è priva dei morbidi passaggi tonali che conferiscono plasticismo alla stampa primigenia, mentre alcuni dettagli delle figurazioni risultano graficamente semplificati. Si tratta comunque di un prodotto di buona fattura tecnica, ove l'incisore per quanto possibile ha cercato di rispecchiare l'aspetto complessivo dell'immagine presa a modello: si vedano a esempio i sostanziali interventi a bulino all'interno della camera da fuoco (funzionali ad ottenere il nero intenso che contraddistingue la tavola nelle prime edizioni), oppure le numerose correzioni effettuate col raschietto e il brunitoio per abbassare in stampa il tono di alcuni tracciati segnici e raccordarlo con quello della stampa presente nella prima edizione (vedi in particolare sotto al mento della testa alla sinistra del rame). L'edizione Piranesi Frères nelle collezioni della Fondazione Cini ha già la stampa tratta dalla matrice replicata.
Infine si segnala sotto al numero di tavola la presenza del numero romano XV, inciso leggero a puntasecca (per una possibile interpretazione di questo riferimento inciso.

Bibliografia

  • Petrucci, 1953, p. 290, n. 887b, tav. 21  
  • Focillon, 1967, p. 355, n. 881
  • Wilton-Ely, 1994, p. 941, n. 868
  • Ficacci, 2000, 542, n. 680.
  • MISITI, Maria Cristina; SCALONI, Giovanna (ed.), Giambattista Piranesi: sognare il sogno impossibile, Istituto Centrale per la Grafica, Roma, 2022, libro multimedia.  

Condizione giuridica

Condizione giuridica: Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali
Provenienza: Acquisto

Compilazione

Compilatore: Ciro Salinitro
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