Dupérac Etienne

Parigi (?), ca. 1525 - Parigi, 1601-1604

Vestigii del settizonio di Severo Imperatore...

Inventario

Numero inventario: S-FC70278
Collocazione: Gabinetto Disegni e Stampe, Fondo Corsini; volume 44H29

Autori

Incisore: Dupérac Etienne (1525 ca./ 1601-1604)
Disegnatore: Dupérac Etienne (1525 ca./ 1601-1604)
Ambito culturale: francese

Soggetto

Identificazione: Roma, Veduta del Settizodio
Titolo proprio: Vestigii del settizonio di Severo Imperatore... (da stampa)
Serie: I VESTIGI DELL'ANTICHITA' DI ROMA RACCOLTI..
Fondo: Fondo Corsini

Cronologia

Datazione: Sec. XVII (seconda metà)

Dati tecnici

Misure foglio: mm. 218 x 383
Materia e tecnica: bulino
Stato di conservazione: mediocre (carta ingiallita, foxing, macchie)

Iscrizioni

Iscrizioni: In basso: «Vestigi del settizonio di Seuero Imperatore, che fu un sepolcro che egli si edifico sopra sulla strada Appia non per altra cagione, se non per quelli che ueniuano di Africa , lo havessero su gli occhi, questo edificio fecava face.(ia) a mezzo giorno, ed è tutto di opera Corinthia, con bellissimi colonni di varie pietre mischie, parte striate et parte senza, con li loro menbri di marmoro, fu chiamato anco settizolio da sette solari che aueua et che si vede nella parte di dietro il uulgo lo chiama la scola di Virgilio»

Opera illustrata

Opera illustrata: I VESTIGI DELL'ANTICHITA' DI ROMA RACCOLTI.., DUPERAC ETIENNE, VAN SCHAYCK, ROMA 1621, 13

Editori/Stampatori

Editore: Van Schayck Goert (attivo Roma prima metà sec. XVII)
Luogo e data di stampa: Roma (1621)

Osservazioni:

Osservazioni: La sezione più importante  delle opere grafiche prodotte dal noto topografo, incisore e architetto Etienne Du Pérac a Roma è dedicata soprattutto alle rovine dell'antica città. Nel periodo romano il francese riprodusse in maniera eccezionale molte delle antiche vestigia attraverso disegni dall’enorme valore artistico e documentario, tradotti ad incisione dalle maggiori editorie calcografiche dell'epoca. 
Tra gli altri soggetti della produzione del Du Pérac, lo studio dell'antico raccoglie maggiormente gli stilemi della scuola di Fontainebleau e l’approccio d'oltralpe dell'artista allo studio di ogni dettaglio architettonico. Tale caratteristica è particolarmente riscontrabile nell'incisione dedicata ai ruderi del noto “Septizodium” di Settimio Severo. Si tratta di una grande opera monumentale, fatta costruire dall’imperatore Settimio Severo nel 203 d.C. e concepito come un grande manifesto architettonico per sbalordire gli stranieri preparandoli alla magnificenza della città. Non a caso il monumento era prospiciente alla Via Appia, la strada obbligata per i viaggiatori diretti a Roma che venivano catturati-come prima epifania della città-da questa facciata policroma dalle enormi proporzioni. Incluso nel quartiere imperiale realizzato da Domiziano, il “Septizodium” era costituito da tre grandi nicchie semicircolari e due avancorpi laterali a base quadrata su più piani colonnati ed era ricco di marmi policromi, colonne corinzie, fontane e sculture. La magnificenza che caratterizzava l’opera inizia a decadere dal basso medioevo per il prelievo di marmi per la costruzione di nuovi edifici. Nonostante quello che rimaneva del prospetto, molto studiato nel Rinascimento come esempio di sovrapposizione di ordini architravati, con l’avvento di Sisto V al soglio pontificio (1588-1589)il Settizonio fu definitivamente demolito per alimentare la munificenza del papa in termini edificatori e di restauro. 
Il presente esemplare ci fornisce una precisa e puntuale testimnianza dei resti del Settizonio così come doveva apparire dopo il Sacco di Roma del 1527. L'incisione fa parte della serie I vestigi dell'antichità di Roma...: una delle opere capitali del Cinquecento per la conoscenza del patrimonio archeologico e monumentale di Roma.  Stampato nella sua prima edizione nel 1575 dal noto editore Lorenzo della Vaccheria (Vaccaro) e dedicato-con apposita lettera nella pubblicazione- al noto cardinale Giacomo Boncompagni, I vestigi... raccoglie 38 tavole dei più importanti monumenti romani corredate da note storico-descrittive. 
L'edizione che accoglie l'esemplare fu stampata (come terza variante) dall'editore Goert Van Shaick  (chiamato anche Goffredo De Scaichi) nel 1621, presentando sul frontespizio l'indicazione della nuova bottega (sull'abrasa iscizione di Lorenzo Vaccaro) e una singolare rappresentazione della guida antiquaria Jacob Shletzer-durante una visita guidata al Foro Romano-alla tavola 2. 

Bibliografia

  • Ashby T., Le diverse edizioni dei "Vestigi dell’Antichità di Roma" di Stefano Du Pérac, in "La bibliofilia", 1915
  • Bernini R., Resti del Septizodium di Severo, in "La città ideale. L’utopia del Rinascimento a Urbino tra Piero della Francesca e Raffaello". Catalogo della mostra (Urbino, Galleria Nazionale delle Marche, 6 aprile - 8 luglio 2012), Electa, Milano  2012
  • Fiorani F., I disegni di Étienne du Pérac per i "Vestigi dell’antichità di Roma": le prime carte traslucide, in "Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz", 2010, pp. 240-251
  • Gallo D.Acquérir, "I Vestigi dell’Antichità di Roma racolti et ritratti in perspettiva ..." d’Étienne Dupérac au début du XXe siècle: l’étude de la Rome antique, un enjeu culturel et politique, in "Nancy-Paris", 2018, pp.165-196
  • Lurin E., Paysages, documents ou vedute?: les vues gravées d’Étienne Dupérac et leurs fonctions à Rome au XVIe siècle, in "Studiolo" ,2015, pp.160-187
  • Grelle A., Vestigi delle antichità di Roma et altri luochi. Momenti dell'elaborazione di un'immagine. Catalogo della mostra (Roma, Istituto Nazionale per la Grafica, 1987) Quasar, Roma, 1987, p. 83
  • Prosperi Valenti Rodinò S., Ruderi del Septizodium, in "Disegni romani dal XVI al XVIII secolo". Catalogo della mostra (Roma / Rome, Gabinetto Nazionale delle Stampe, 2 maggio - 17 giugno 1995), Edizioni De Luca Roma, 1995, pp. 19-20, nn.  2-3

Condizione giuridica

Condizione giuridica: Proprieta' dell'Accademia dei Lincei
Provenienza: deposito; Accademia dei Lincei; 1895

Fonti e documenti di riferimento

Immagine: 52200
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