David Jérôme (attribuito a)

Parigi, ca. 1605 - Roma, ca. 1670

Settizonio di Severo il quale era dentro Roma...

Inventario

Numero inventario: S-CL2271_6898
Inventario matrice: M-1398_7
Collocazione: Calcografia; campionario 94

Autori

Incisore: David Jérôme (1605 ca./ 1670 ca.)
Inventore: Montano Giovanni Battista (1534/ 1621)
Ambito culturale: francese

Soggetto

Identificazione: Spaccato di alzato e pianta del Septizodium in ricostruzione fantastica
Titolo proprio: Settizonio di Severo il quale era dentro Roma... (da stampa)
Serie: SCIELTA.D VARII TEMPIETTI ANTICHI CON LE PIANTE ET ALZATI ..

Cronologia

Datazione: XIX secolo fine

Dati tecnici

Misure: mm. 265 x 172
Misure foglio: mm. 420 x 280
Materia e tecnica: bulino
Stato di conservazione: buono

Iscrizioni

Iscrizioni: In basso, in calce alla pianta: «Settizonio di Severo il quale era dentro Roma, vicino l'anfiteatro flauio.»

Editori/Stampatori

Editore: Calcografia Camerale (attiva Roma 1738/ 1870)
Luogo e data di edizione: Roma (?)

Osservazioni:

Osservazioni: Accanto all'attività scultorea e di progettazione architettonica, Giovanni Battista Montano-architetto e "intagliatore" lombardo attivo a Roma nella seconda metà del secolo-esegue, durante tutta la carriera, numerosi disegni architettonici che rilevano un attento studio sui taccuini archeologici che circolavano a Roma alla fine del Cinquecento e della migliore trattistica dell'ambito. I numerosissimi disegni di tempietti (dei quali sono una parte fu pubblicata) rivelano infatti la rielaborazione di modelli tratti dal Palladio, dal Labacco dal Serlio, dai Da Sangallo, dal Peruzzi e da Michelangelo. In molti di questi casi (quelli non riguardanti edifici di fantasia), l'attività disegnativa di seconda mano si basa sulla totale fedeltà verso i modelli architettonici di base, sia nella topografia che nelle fonti, restituendo, però, di propria invenzione, alcune parti mancanti nell'alzato. I disegni di invenzione invece partono da prototipi reali per consegnarci elaborazioni complessivamente irreali, seppur con generici riferimenti di localizzazione. Risulta evidente, in questi ultimi casi, la mancanza nel Montano di una concreta cultura archeolologica e una di precisa volontà di documentazione: a questi caratteri si oppone una vivida componente di utilizzo astorico delle forme architettoniche, aldilà della loro cristallizzazione in partocolari tipologie funzionali. Il criterio premimenente che caratterizza i disegni montaniani riguarda quindi la scelta di forme, volumi, relazioni spaziali e tipologie architettonico-decorative estrapolabili da ogni contesto.
Tale eclettismo troverà dimora presso il lessico architteonico del Mansart, del Bernini e del Borromini e, soprattutto, presso Giovan Battista Soria nelle sue edizioni archeologico-architettoniche dei Tempietti. Il rapporto personale e professionale tra i due portò alla consegna dei disegni per la trasposizione incisoria già a partite dalla primo ventennio del XVII secolo.
Dopo la morte del maestro lombardo il Soria si impegnò nella pubblicazione di  tre volumi in folioScielta di varii tempietti (1624), Diversi ornamenti capricciosi per depositi o altari (1625) e,infine, Tabernacoli diversi (1628). Questi libri risultano tutti accomunati dal ritratto di Montano, inciso dal francese Jérôme David e inserito tra le pagine di apertura. Ottenuto l’accesso alla collezione di Soria, l'incisore francese potrebbe aver iniziato il lavoro, coaudiuvato da aiuti, nel 1624. Nel soggiorno romano David riuscì a imporsi rapidamente nella città capitolina, lavorarando con modelli di artisti italiani: da Andrea Lilio ad Antonio Circignani detto il Pomarancio, dimostrando una certa sensibilità verso gli stilemi di Francesco Villamena. La grande duttilità al bulino fece così la foruna di David, in grado di rispondere  alle diverse esigenze di committenti ed editori adattando il proprio stile all’interpretazione di numerosi artisti e soggetti differenti (Mariano, 2017) come, per l'appunto, i modelli montaniani posseduti dal Soria che-in circostanze non ancora precisate- figuravano nell’inventario stilato nel 1648 per la suddivisione della bottega dei noti editori e librai De Rossi. Le tavole prodotte dal David per Soria e per Bartolomeo de Rossi, risulteranno poi edite, in veste rinnovata, in cinque libri a cura di Giovanni Giacomo De Rossi nel 1684. Va notato come Bartolomeo de Rossi aveva fatto eseguire le incisioni riproponendo le creazioni di Montano senza variazioni salvo l’impaginazione. Invece, per quanto riguarda Soria, emergono diverse varianti di decorazione o di struttura rispetto ai fogli montaniani. Dei «tempietti» dei due editori si conservano le lastre riorganizzate da Giovanni Giacomo De Rossi poi giunte alla Calcografia camerale di Roma. 

Per questo esemplare-riferito al noto Septizodium di Severo- si propone un datazione tarda, in linea con la cronologia dell'attività della Calcografia Camerale che stampò il "tempietto" montaniano a partire dalla matrice acquisita dai De Rossi. Il Septizodium è il nome comunemente usato per definire la grande opera monumentale, fatta costruire dall’imperatore Settimio Severo nel 203 d.C. e concepito come un grande manifesto architettonico per sbalordire gli stranieri preparandoli alla magnificenza della città. Non a caso il monumento era prospiciente alla Via Appia, la strada obbligata per i viaggiatori diretti a Roma. Incluso nel quartiere imperiale realizzato da Domiziano, il “Septizodium” era costituito da tre grandi nicchie semicircolari e due avancorpi laterali a base quadrata su più piani colonnati ed era ricco di marmi policromi, colonne corinzie, fontane e sculture. La magnificenza che caratterizzava l’opera inizia a decadere a partire dal basso medioevo quando si iniziò a smantellare il corpo architettonico al fine di prelievare marmi per la costruzione di nuovi edifici. Nonostante quello che rimaneva del prospetto, molto studiato nel Rinascimento come esempio di sovrapposizione di ordini architravati, con l’avvento di Sisto V al soglio pontificio il Settizonio fu definitivamente demolito (1588-1589) per alimentare la munificenza del papa in termini edificatori e di restauro.

Bibliografia

  • Bedon A., Architettura e archeologia nella Roma del Cinquecento: Giovan Battista Montano, in "Umanesimo problemi aperti." Atti del convegno, 6, “Arte Lombarda. Rivista di Storia dell’Arte”, 1983, 65, 2, Vita e Pensiero - Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano 1983, pp. 111-126.  
  • Bilancia F., Giovan Battista Montano, architetto e intagliatore: appendice documentaria, in "Palladio", N.S. 21, 41, 2008, pp. 53-84
  • Dallaj A., L’architettura “antica” di Montano nei metodi degli editori Giovanni Battista Soria e Bartolomeo de Rossi e qualche nota per Jérôme David, in "Invenit et delineavit. La stampa di traduzione tra Italia e Francia dal XVI al XIX secolo", eds. F. Mariano, V. Meyer, «Horti Hesperidum», XIV, 2017  
  • Marcucci L., Montano, Giovanni Battista, in "Dizionario Biografico degli Italiani", Roma 2011, vol. LXXV, pp. 866-870
  • Mariano F., Alcune novità per Jérôme David intagliatore di artisti italiani a Roma (1622-1625) e due proposte attributive per Antonio Circignani detto il Pomarancio, in "Invenit et delineavit. La stampa di traduzione tra Italia e Francia dal XVI al XIX secolo", eds. F. Mariano, V. Meyer, «Horti Hesperidum», XIV, 2017, 2
  • Mariano F., Le séjour en Italie du graveur français Jérôme David (1622-1636) et son rôle dans l’interprétation des modèles italiens à Paris, in «ArtItalies» 23, 2017, pp. 49-61
  • Petrucci C.A., Catalogo generale delle stampe tratte dai rami incisi posseduti dalla Calcografia Nazionale, Libreria dello Stato, 1953, p. 50
  • Raspe M., Giovanni Battista Montano (Milano 1534-Roma 1621), Ricostruzione ideale di un tempio antico, in "Borromini e l'universo barocco" Catalogo della mostra (Roma), Milano 2000, p. 55
  • Raspe M., Jérôme David (1590/1600-nach 1663) nach Giovanni Battista Montano (1534-1621), in "Architektur- und Ornamentgraphik der Frühen Neuzeit. Migrationsprozesse in Europa", Roma 2014, pp. 104-105
  • Ringbeck B., Giovanni Battista Soria, Architekt Scipione Borgheses, Münster 1989
  • Tafuri M., Caratteri del Manierismo nei progetti di Giovan Battista Montano, in "Il disegno di architettura", n.46, 2019
  • Zander G., Le invenzioni architettoniche di Giovanni Battista Montano milanese (1534-1621), in «Quaderni dell’Istituto di Storia dell’architettura», 49-50, 1962, pp. 1-32

Condizione giuridica

Condizione giuridica: Ministero per i Beni e le Attività Culturali

Fonti e documenti di riferimento

Immagine: 15608
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