Alberti Alberto

Sansepolcro, ca. 1525 - Roma, ca. 1599

Prospetto e parte della pianta del Settizodio

Inventario

Numero inventario: D-FN8055r
Numero precedente: FN8055
Collocazione: Gabinetto Disegni e Stampe, Fondo Nazionale; cartella 322

Autori

Autore: Alberti Alberto (1525 ca./ 1599 ca.)

Soggetto

Identificazione: Prospetto e parte della pianta del Settizodio
Fondo: Fondo Nazionale

Oggetto

Definizione: disegno

Cronologia

Datazione: 1547-1589 (Sec.XVI)

Iscrizioni

Iscrizioni: In alto, al centro, a penna: «Scola di Virgilio»

Dati tecnici

Misure: mm 459 x 355
Materia e tecnica: sanguigna, matita, penna, inchiostro bruno e acquerello

Osservazioni:

Osservazioni: Di Alberto Alberti-multiforme artista che operò nella Roma della seconda metà del Cinquecento-non si hanno particolari riferimenti storiografici ma la documentazione autobiografica, contenuta in alcuni diari redatti da il 1543 e il 1593, consente di ricavare notevoli informazioni sull’attività artistica del toscano.
La professione principale di “intagliatore del legno” si accompagnava all’attività disegnativa di progettazione architettonica e di documentazione antiquaria dei monumenti. Nel 1547 l’Alberti giunse a Roma, dopo aver lavorato per i Medici a Livorno e alla progettazione di chiese a Borgo San Sepolcro (città natale), proprio per “per disegniare e vedere l’aupere e tempi antichi e anticaglie” (Degli Azzi, 1914). Di questa attività si possiedono numerosi fogli provenienti da quattro codici appartenenti all’Istituto che risultano di fondamentale importanza per la riproduzione e lo studio architettonico dei monumenti di Roma antica. Sulla base di accurati studi, tali fogli, creduti inizialmente dei figli Giovanni e Cherubino Alberti, sono stati restituiti alla mano del padre Alberto ( Forni, 1991).
Fanno parte del codice B due fogli (47v-48) che contengono accurati e analitici studi eseguiti dall’Alberti durante il lungo periodo romano  e dedicati al monumento chiamato Settizodio. Si tratta di una grande opera monumentale, fatta costruire dall’imperatore Settimio Severo nel 203 d.C. e concepito come un grande manifesto architettonico per sbalordire gli stranieri preparandoli alla magnificenza della città. Non a caso il monumento era prospiciente alla Via Appia, la strada obbligata per i viaggiatori diretti a Roma che venivano catturati-come prima epifania della città-da questa facciata policroma dalle enormi proporzioni. Incluso nel quartiere imperiale realizzato da Domiziano, il “Septizodium” era costituito da tre grandi nicchie semicircolari e due avancorpi laterali a base quadrata su più piani colonnati ed era ricco di marmi policromi, colonne corinzie, fontane e sculture. La magnificenza che caratterizzava l’opera inizia a decadere sotto i colpi degli scalpellini che a partire dal basso medioevo iniziarono a smantellare il corpo architettonico al fine di prelevare marmi per la costruzione di nuovi edifici. Nonostante quello che rimaneva del prospetto, molto studiato nel Rinascimento come esempio di sovrapposizione di ordini architravati, con l’avvento di Sisto V al soglio pontificio il Settizodio fu definitivamente demolito (1588-1589) per alimentare la munificenza del papa in termini edificatori e di restauro.
Nel presente disegno sono delineati i tre ordini del monumento sulla base degli appunti dell’autore contenuti nel Codice A (fol.35) che tuttavia presenta il fregio del secondo ordine dal profilo ricurvo a differenza di quello qui rappresentato nell’insieme del prospetto con il profilo diritto. La pianta che ci viene proposta riguarda la parte del monumento del quale l’Alberti ha tracciato l’alzato. L’importanza documentaria degli studi albertiani sul Settizodio riguarda anche la puntuale precisazione, contenuta nel disegno e nelle annotazioni, circa la presenza di entrambe le tipologie di colonne (rudentate e lisce) anche nel secondo e nel terzo ordine.

Condizione giuridica

Condizione giuridica: Ministero per i Beni e le Attività Culturali

Bibliografia

  • Forni G.M., Monumenti antichi di Roma nei disegni di Alberto Alberti, Roma, Accademia nazionale dei Lincei, 1991, pp.94-95
  • Hermann Fiore K., Disegni degli Alberti. Il volume 2503 del Gabinetto Nazionale delle Stampe, Roma, 1983, pp.9-12
  • Matteoli A., Gli Alberti, in Allgemeines Kunstlerlexico, 1983, pp.811-820
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