Piranesi Giovanni Battista

Mogliano Veneto (?), 1720 - Roma, 1778

Arcus Marcii Aurelii

Inventario

Numero inventario: M-1400_448
Inventario storico di categoria: 1400/448
Nuovo inventario di categoria: 11054
Stampa corrispondente: S-CL2407_19117, S-FC101111
IVS2: CL54457_14181
Collocazione: Calcoteca

Autori

Incisore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Disegnatore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Inventore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)

Soggetto

Titolo proprio: Arcus Marcii Aurelii
Serie: Campus Martius Antiquae Urbis
Denominazione raccolta: Firmin Didot (Piranesi)

Oggetto

Definizione: matrice incisa

Cronologia

Datazione: 1762 (Sec. XVIII)

Dati tecnici

Materia e tecnica: Acquaforte su rame con interventi a bulino;
Misure: mm 397 x 243; spess. 1,5-1,7

Iscrizioni

Iscrizioni: In alto a destra: Tab. XXXVI.; a sinistra: 448
In basso: Arcus Marcii Aurelii Imp. ex ejus archetypis efformatis antequam / destrueretur ob ampliandum hippodromum. A. B Anaglyphi qui asservan= / tur in aedibus Capitolinis. C Columna Cochliodes ejusdem Marci
In basso a destra: Vide indicem ruinar. num. 29.
Sul verso della matrice: studi per elementi architettonici; muratura.

Osservazioni:

Osservazioni: L'arco, conosciuto come Arco di Portogallo, che attraversava la Via Lata all'altezza di via della Vite, fu storicamente attribuito a Marco Aurelio. Così al tempo di Piranesi.
Studi più recenti hanno dimostrato che doveva trattarsi di un monumento di età tardo-antica, forse risalente all'imperatore Aureliano. Costruito in blocchi di peperino e travertino, con l'attico in laterizio, fu demolito nel 1662 sotto il pontificato di Alessandro VII in quanto intralciava la corsa dei cavalli durante il carnevale in via del Corso (“ob ampliandum hippodromum”). Ma le colonne con il capitello composito erano state rimosse alla metà del secolo precedente.
I pannelli con i rilievi databili all'età di Adriano sono collocati ai Musei Capitolini.
Piranesi si affidò quindi per questa ricostruzione di grande effetto scenografico alle immagini del passato. Tra le stampe, già dalla fine del Cinquecento, Giovanni Antonio Dosio ne dava dimostrazione. La veduta piranesiana tuttavia si fa portatrice di un potere comunicativo assai più penetrante, tanto che ancora nel 1835 l'incisione di Luigi Rossini riproduce l'Arco di Portogallo con evidente dipendenza dall'iconografia di questa tavola (Gli Archi antichi Trionfali e Onorari, 1835, 1709/365).
La matrice è incisa con la volontà di ottenere un forte contrasto chiaroscurale. Il divario tonale tra le luci e le ombre è molto ampio, e sfrutta brillantemente la risorsa delle morsure multiple, di cui si offre in questa tavola una sapiente dimostrazione, in particolare nella raffinatezza di esecuzione dei palazzi e della colonna coclide che digradano sul fondo, verso il fuoco prospettico. Profondi ritocchi a bulino, segni “compendiari” distribuiti sulla superficie della matrice, ma concentrati sul margine sinistro, arricchiscono ulteriormente il pittoricismo della composizione. Lo strumento rientra anche nei profili dei mensoloni sulla sinistra, definendone marcatamente i confini.
Tutta l'area della didascalia è stata abrasa e poi riscritta sopra detta abrasione. Tuttavia, le stampe presenti nelle collezioni consultate, in particolar modo le edizioni più antiche ASL e BAV, Cicognara, non presentano difformità rispetto allo stato attuale. Possiamo ipotizzare, quindi, che già nella sua prima uscita l'incisione fosse stata modificata così come oggi compare.
Una piccola porzione di cielo sul margine in alto è caratterizzato dall'infittimento delle linee orizzontali realizzate sia ad acquaforte sia a bulino, per conseguire in stampa un punto di massimo scuro.
Sul verso della matrice si identifica un muro di mattoni e profili di elementi architettonici. Sempre sul verso si ravvisano numerose ribattiture del rame, il cui effetto crea dei piccoli rigonfiamenti anche sul recto: l'intervento non è da mettere in relazione a correzioni apportate alla figurazione, poiché questa è delineata sopra detti rigonfiamenti. Piuttosto fu fatto per ovviare a problemi relativi al supporto (micropori caratteristici del “rame ceneroso”, cfr. Servolini, 1937, p. 57), diffusi su tutta l'area della matrice, che sono stati rialzati col punzone prima di procedere all'incisione.

Bibliografia

  • Petrucci, 1953, n. 448, tav. 36, p. 268  
  • Focillon, 1967, n. 466, p. 315
  • Wilton-Ely, 1994, n. 597, p. 652
  • Ficacci, 2000, n. 519, p. 421.
  • MISITI, Maria Cristina; SCALONI, Giovanna (ed.), Giambattista Piranesi: sognare il sogno impossibile, Istituto Centrale per la Grafica, Roma, 2022, libro multimedia.  

Condizione giuridica

Condizione giuridica: Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali
Provenienza: Acquisto

Compilazione

Compilatore: Giovanna Scaloni
Condividi quest’opera

Altre opere in collezione


Nella Banca Dati dell’Istituto sono confluiti dati e informazioni della catalogazione informatizzata effettuata su tutto il patrimonio, a partire da una massiva schedatura realizzata agli albori dell’era tecnologica nel biennio 1987-89, che ha interessato l’intera consistenza delle collezioni di stampe. Si sono succeduti nel tempo vari interventi, rivolti a catalogare i vari settori del patrimonio (stampe, disegni, matrici, fotografie, grafica contemporanea). Non abbiamo a disposizione descrizioni complete per tutte le opere, stiamo lavorando per aggiornare le nostre schede, ma consideriamo questa banca dati come uno strumento che ci permetterà nel tempo di ampliare e approfondire le informazioni che sono già contenute, mettendo a disposizione degli studiosi e dei visitatori il frutto dei nostri studi e ricerche.

© 2020-2024. Istituto Centrale per la Grafica. Via della Stamperia 6, 00187 Roma
Note legali: Tutti i diritti sui cataloghi, sulle immagini, sui testi e/o su altro materiale pubblicato su questo sito sono soggetti alle leggi sul diritto di autore.
Per usi commerciali dei contenuti contattare l'Istituto: ic-gr@cultura.gov.it


Real Academia de Bellas Artes de San Fernando
Questa banca dati è stata realizzata nell’ambito di una collaborazione dell’Istituto Centrale per la Grafica con la Reale Accademia di Belle Arti di San Fernando (Madrid, Spagna), che ha gentilmente fornito il software necessario al suo funzionamento e alla gestione dei contenuti