Piranesi Giovanni Battista

Mogliano Veneto (?), 1720 - Roma, 1778

Del Castello dell'Acqua Giulia. [Veduta dei ruderi della fontana]

Inventario

Numero inventario: M-1400_396
Inventario storico di categoria: 1400/396
Nuovo inventario di categoria: 10971
Stampa corrispondente: S-CL2404_19047
Collocazione: Calcoteca

Autori

Incisore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Inventore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)

Soggetto

Titolo proprio: Del Castello dell'Acqua Giulia. [Veduta dei ruderi della fontana]
Serie: Le rovine del Castello dell'Acqua Giulia...
Denominazione raccolta: Firmin Didot (Piranesi)

Oggetto

Definizione: matrice incisa

Cronologia

Datazione: 1764 (Sec. XVIII)

Dati tecnici

Materia e tecnica: Acquaforte su rame con interventi a bulino;
Misure: mm 210 x 449; spess. 1,3-1,5

Iscrizioni

Iscrizioni: In alto a destra: Tav. II.; a sinistra: 396
In basso al centro: DEL CASTELLO DELL'ACQVA GIVLIA
In basso a sinistra: Piranesi F.
Sul verso della matrice: ordito meccanico con profili di elementi di colonne.

Osservazioni:

Osservazioni: La presente matrice raffigura il prospetto anteriore del monumento, che era quello rivolto verso la città, delineato da Piranesi come si presentava ai suoi tempi: con una “moderna” abitazione costruita, secondo una diffusa consuetudine, riutilizzando una parte dell’antica muratura; sulla porta d’ingresso del caseggiato era collocata una targa in memoria della rimozione da quel luogo dei celebri Trofei, come precisa la legenda, dalla quale si apprende inoltre che davanti alla stessa casa sorgevano le rovine di una cappella, anch'essa moderna, identificabili nei due muri diruti in primissimo piano dove fitti incroci segnici si concentrano per ottenere gli scuri più intensi. Sul lato destro della lastra, si individua in lontananza, in un’area ancora non edificata, la Porta Tiburtina (cui sono dedicate le tavole successive distinte con i numeri V-VIII, catt. 11-14), da dove Piranesi riteneva giungessero le condutture idriche che alimentavano la fontana sull’Esquilino. A sinistra si nota il tratto di acquedotto ora in via Filippo Turati rappresentato anche nelle tavole I (cat. 7) e IX (cat. 15) ; in primo piano, a margine della figurazione, è riconoscibile il maestoso portale di accesso di villa Palombara distrutta in seguito alla creazione di piazza Vittorio Emanuele.
L’autore incise un analogo soggetto per la serie dei Trofei di Ottaviano Augusto del 1753 (Veduta dell’avanzo del Castello … dell’Acqua Giulia, Mariani, 2010, cat. 77), inserita poi anche nelle Vedute di Roma (M-1400_731). In questa versione le superfetazioni di epoca moderna sorte intorno al monumento sono leggermente diverse da quelle visibili nella redazione del 1761; l'ingresso di villa Palombara è descritto con maggiori dettagli e si intravede anche una parte dell'abitazione all’interno del recinto. Nell'ampio testo didascalico che accompagna l'incisione si legge una efficace sintesi della ricostruzione storica effettuata da Piranesi riguardo al castello dell'Aqua Julia, in buona sostanza confermata nella successiva monografia.
Una seconda rappresentazione della stessa veduta del monumento fu eseguita da Piranesi qualche anno dopo, in maniera meno filologica, per la serie delle Antichità Romane del 1756 (cfr. Garacci in Mariani, 2014, cat. 45) dove appare - con la consueta tecnica dell’inserto didascalico - una planimetria del ninfeo dell’Esquilino piuttosto approssimativa: ancora non era stato compiuto dall'incisore quell’attento studio scientifico confluito poi nella monografia qui in esame.
L'edificio, considerato soltanto nelle parti originali, aveva alla metà del Settecento un aspetto non dissimile da quello raggiunto in epoca rinascimentale, periodo a cui risalgono i più antichi elaborati grafici che lo raffigurano a noi pervenuti: come l’incisione di Dupérac, il disegno di Matheus Bril custodito in Palazzo Braschi di cui l’Istituto Centrale per la Grafica possiede una copia, quello di Stefano della Bella agli Uffizi, i disegni di Pirro Ligorio conservati nell’archivio di Stato di Torino. Un’idea di come fosse in origine la fontana monumentale ci viene fornita dai rovesci delle monete che la rappresentano coniate sotto Alessandro Severo. Una delle ipotesi ricostruttive tra le più interessanti e complete è quella di Antoine Martin Garnaud del 1821, ma è ora disponibile anche una ricostruzione virtuale, effettuata con le moderne tecnologie digitali, pubblicata nello studio dedicato ai Trofei di Mario condotto da Pisani Sartorio in collaborazione con un idrogeologo e un esperto in computer grafica (Pisani Sartorio, 2011, pp. 59-89).
La fontana era originariamente rivestita di marmo, come attestano i numerosi fori per le grappe presenti sui muri conservatisi; sotto un attico sormontato da una quadriga centrale e due statue laterali, secondo il modello degli archi trionfali romani, si apriva una grande nicchia absidata - tuttora parzialmente conservata - con al centro due statue, forse quelle di Alessandro Severo e di sua madre Giulia Mamea, fiancheggiata da due archi, di cui si conserva un avanzo indicato nell'incisione con la lettera F, che inquadravano i Trofei ora in Campidoglio. La struttura architettonica era poi divisa in tre livelli che erano quelli interessati dal passaggio dell'acqua. Il più alto di essi era dotato di una vasca riempita d’acqua con al centro, o sulla balaustra antistante, una statua di Oceano (citato come Oceani solium nella Historia Augusta, § XXV, 5). L’acqua poi scendeva ai piani inferiori attraversando differenti ambienti e numerose canalizzazioni. La struttura architettonica si concludeva nella parte più bassa con una grande vasca a livello stradale con cui veniva messa a disposizione dei cittadini romani la preziosa acqua potabile.
La figurazione incisa sulla matrice in esame presenta tutto il fascino dei rami autografi; in questo caso Piranesi si sofferma a descrivere in primo piano la vita quotidiana che verosimilmente si svolgeva all'epoca nei pressi del monumento romano. Le persone ivi rappresentate sono le tipiche figurine del maestro nelle quali è ancora evidente la lezione tiepolesca e degli altri artisti veneziani, influenza che si riscontra anche negli animali che pascolano o riposano accanto ai loro pastori nelle vicinanze del monumento. Interessante è l’inserimento di carattere aneddotico della donna che appare sulla soglia della casa costruita riutilizzando parte degli antichi muri.
Per ottenere i neri più intensi, talvolta Piranesi evitava di ricorrere a numerose morsure multiple, che avrebbero potuto creare segni troppo larghi perché eccessivamente corrosi dando luogo alle cosiddette “bruciature”, e preferiva effettuare delle riprese a bulino. Esse sono rilevabili in questa matrice in alto a sinistra nel cielo, per rendere le nuvole più intense e vibranti, ma anche in primo piano, in basso a destra, vicino alla quinta arborea, e al centro, dove sono tracciati i muri diroccati di una cappella moderna.

Bibliografia

  • Petrucci, 1953, n. 396, tav. 2, p. 265  
  • Focillon, 1967, n. 402, p. 311
  • Wilton-Ely, 1994, n. 535, p. 588
  • Ficacci, 2000, n. 415, p. 344.
  • MISITI, Maria Cristina; SCALONI, Giovanna (ed.), Giambattista Piranesi: sognare il sogno impossibile, Istituto Centrale per la Grafica, Roma, 2022, libro multimedia.  

Condizione giuridica

Condizione giuridica: Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali
Provenienza: Acquisto

Compilazione

Compilatore: Giovanna Grumo
Condividi quest’opera

Altre opere in collezione


Nella Banca Dati dell’Istituto sono confluiti dati e informazioni della catalogazione informatizzata effettuata su tutto il patrimonio, a partire da una massiva schedatura realizzata agli albori dell’era tecnologica nel biennio 1987-89, che ha interessato l’intera consistenza delle collezioni di stampe. Si sono succeduti nel tempo vari interventi, rivolti a catalogare i vari settori del patrimonio (stampe, disegni, matrici, fotografie, grafica contemporanea). Non abbiamo a disposizione descrizioni complete per tutte le opere, stiamo lavorando per aggiornare le nostre schede, ma consideriamo questa banca dati come uno strumento che ci permetterà nel tempo di ampliare e approfondire le informazioni che sono già contenute, mettendo a disposizione degli studiosi e dei visitatori il frutto dei nostri studi e ricerche.

© 2020-2024. Istituto Centrale per la Grafica. Via della Stamperia 6, 00187 Roma
Note legali: Tutti i diritti sui cataloghi, sulle immagini, sui testi e/o su altro materiale pubblicato su questo sito sono soggetti alle leggi sul diritto di autore.
Per usi commerciali dei contenuti contattare l'Istituto: ic-gr@cultura.gov.it


Real Academia de Bellas Artes de San Fernando
Questa banca dati è stata realizzata nell’ambito di una collaborazione dell’Istituto Centrale per la Grafica con la Reale Accademia di Belle Arti di San Fernando (Madrid, Spagna), che ha gentilmente fornito il software necessario al suo funzionamento e alla gestione dei contenuti