Piranesi Giovanni Battista

Mogliano Veneto (?), 1720 - Roma, 1778

Del Castello dell'Acqua Giulia. [Veduta posteriore della fontana]

Inventario

Numero inventario: M-1400_398a
Inventario storico di categoria: 1400/398a
Nuovo inventario di categoria: 10973
Stampa corrispondente: S-CL2405_19049
Collocazione: Calcoteca

Autori

Incisore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Inventore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)

Soggetto

Titolo proprio: Del Castello dell'Acqua Giulia. [Veduta posteriore della fontana]
Serie: Le rovine del Castello dell'Acqua Giulia...
Denominazione raccolta: Firmin Didot (Piranesi)

Oggetto

Definizione: matrice incisa

Cronologia

Datazione: 1764 (Sec. XVIII)

Dati tecnici

Materia e tecnica: Acquaforte su rame con interventi a bulino;
Misure: mm 302 x 270; spess. 1,4-1,7

Iscrizioni

Iscrizioni: In alto a destra: Tav. IV.; a sinistra: 398a
In basso a destra: DEL CASTELLO / DELL'ACQVA GIVLIA; sotto: Piranesi F.
Sul verso della matrice: ordito meccanico con profilo accennato di base di colonna.

Osservazioni:

Osservazioni: Nella presente matrice è raffigurata la veduta prospettica della facciata posteriore del castello ripresa da un punto di vista obliquo, il che consente di vedere tridimensionalmente, e quindi in maniera più chiara rispetto alle proiezioni ortogonali, le sporgenze architettoniche conservatesi. Questo lato del monumento è oggi parzialmente occultato da una lapide commemorativa dei caduti della prima guerra mondiale. Si ritiene che la parte posteriore della fontana ospitasse in origine l’apparato destinato alla distribuzione dell’acqua. Lo confermano le numerose mancanze di murature dovute alla possibile asportazione di tubazioni e di altri elementi in piombo molto ambiti per la loro commercializzazione in età post-antica.
Nella veduta in esame, più che in quelle precedenti, predomina la vegetazione che cresce rigogliosa tra i ruderi con una perfetta fusione tra il manufatto architettonico realizzato dall’uomo e la natura circostante. Anche la scritta, uguale per le tavole dell'intera serie, qui è incisa su un frammento di marmo antico, la cui vetustà è suggerita dalla frattura verticale presente al centro. Tra le antiche rovine si aggirano molte figure ritratte in diversi atteggiamenti: passeggiano, conversano, additano, riflettono. Una persona si trova sul secondo livello della struttura architettonica (cfr. cat. 8) dove è indicata la lettera G, e sembra intenta a disegnare mentre un’altra accovacciata, posta più in alto, è impegnata in un’azione incomprensibile.
Si tratta di una delle matrici di livello qualitativo più elevato della serie secondo il parere di chi scrive. La tessitura segnica più complessa rispetto alle altre tavole, i vibranti passaggi chiaroscurali con i loro massimi scuri ottenuti mediante morsure, suggeriscono l’intervento di un incisore con un background tecnico più elevato come era appunto Piranesi; in tale lastra gli interventi dei collaboratori sembrano assenti o comunque molto limitati.
Sul rame si notano, al centro verso destra, dove mancano i tratti incisi, dei leggeri graffi non osservabili su nessuna delle stampe consultate, e un lieve avvallamento dovuto all’azione del brunitoio forse per eliminare piccole “bruciature” causate dall'azione prolungata dell'acido. Rispetto alle versioni a stampa consultate, sulla matrice si nota nel cielo un appiattimento dei segni che danno luogo ai toni grigi intermedi.
Come già rilevato da Ashby (1918, p. 189), nella collezione dell’Istituto Centrale per la Grafica manca il secondo rame (Focillon, n. 405, IVb) stampato in alcuni volumi sulla medesima pagina della tavola IV, compreso l'esemplare che lo stesso Istituto conserva. Su tale matrice sono incisi non un sigillo d’anfora, secondo l'indicazione di Ashby, ma un bollo laterizio come correttamente segnalato da Monferini (1967, p. 311, n. 405, IV.b), insieme a un elemento di tubazione di cui è rappresentata anche una sezione. Sul bollo laterizio, riproposto da Piranesi nella parte inferiore del frontespizio dei Lapides Capitolini (cat. 89) si legge OPVS. DOLIARE. EX PRA…. C. MARC. C. ASINIO COS., quindi i nomi dei due consoli dell’epoca di Ottaviano Augusto che appaiono nel cippo inciso nel frontespizio. Si tratta del bollo che Piranesi individuò tra la muratura della fontana sull'Esquilino, esattamente su uno dei mattoni di maggior grandezza che si trovava “… nel sito accennato nella Tav. III colla lett. P.” (§ XI, p. 7) sic, ma in realtà una lettera inesistente. A tale ritrovamento Piranesi attribuiva grande importanza poiché la fornace che produsse il mattone era attiva in età augustea e così appariva confermata la cronologia dell’edificio da lui assegnata. L'autore fu indotto in errore poiché il ninfeo a noi pervenuto si ritiene sia stato fabbricato su una precedente costruzione di quell’epoca, forse anch'essa una fontana (cfr. cat. 7 e 23): la muratura da lui esaminata era evidentemente relativa ai resti più antichi.
La piccola tavola che rappresenta il bollo laterizio, senza numerazione, fu probabilmente inserita nel libro illustrato in un secondo momento, ragione per cui gli esemplari in circolazione stampati prima di tale aggiunta ne sarebbero privi.
Tra i volumi consultati la seconda incisione ora descritta è assente nel volume della Biblioteca Corsini, e nella raccolta di fogli sciolti presso la Vaticana (Stampe V) mentre è presente in tutti gli altri.

Bibliografia

  • Petrucci, 1953, n. 398a, tav. 4, p. 265  
  • Focillon, 1967, nn. 404, p. 311
  • Wilton-Ely, 1994, n. 537, pp. 590
  • Ficacci, 2000, n. 417, p. 346.
  • MISITI, Maria Cristina; SCALONI, Giovanna (ed.), Giambattista Piranesi: sognare il sogno impossibile, Istituto Centrale per la Grafica, Roma, 2022, libro multimedia.  

Condizione giuridica

Condizione giuridica: Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali
Provenienza: Acquisto

Compilazione

Compilatore: Giovanna Grumo
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