Piranesi Giovanni Battista

Mogliano Veneto (?), 1720 - Roma, 1778

Veduta di un gran Masso, Avanzo del Sepolcro della Famiglia de' Metelli sulla Via Appia

Inventario

Numero inventario: M-1400_127
Inventario storico di categoria: 1400/127
Nuovo inventario di categoria: 10590
Stampa corrispondente: S-CL2395_18714
IVS2: CL16104
Collocazione: Calcoteca

Autori

Incisore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Disegnatore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Inventore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)

Soggetto

Titolo proprio: Veduta di un gran Masso, Avanzo del Sepolcro della Famiglia de' Metelli sulla Via Appia
Serie: Le antichità romane
Denominazione raccolta: Firmin Didot (Piranesi)

Oggetto

Definizione: matrice incisa

Cronologia

Datazione: 1750-1756 (Sec. XVIII)

Dati tecnici

Materia e tecnica: Acquaforte su rame con interventi a bulino;
Misure: mm 440 x 477, spess. 1,8-2,2

Iscrizioni

Iscrizioni: In alto a sinistra: 127. XV; in alto a destra: Tom. III.
In basso: VEDUTA di un gran Masso, Avanzo del Sepolcro della Famiglia de' Metelli sulla Via Appia cinque miglia in circa fuori di Porta S. Sebastiano nel Casale di S. Maria Nuova. Questo nobile / Sepolcro fu spogliato non solamente de' suoi più magnifici ornamenti, ma ancora d'ogni altro marmo, che lo copriva, e fu talmente scavato all'intorno nella parte di sotto presso terra, che sem-/ bra miracolo a vedersi come possa sussistere quasi affatto per aria una mole sì grande. A Avanzo di muro reticolato, il quale può credersi, che servisse di recinto alla Villa de' Me-/ telli, dentro la quale era fabbricato il Sepolcro, acciocché fosse meglio custodito. B Altri Avanzi de' Sepolcri     
Sotto a sinistra: Piranesi Architet. dis. ed inc.

Osservazioni:

Osservazioni: Il sepolcro, all'epoca attribuito alla famiglia dei Metelli, destava meraviglia per il fatto che, pur essendo stato spogliato dei marmi che lo rivestivano - tra cui anche di quelli che ne costituivano parte del basamento - si reggesse su una base centrale assai stretta rispetto alla mole che doveva sostenere (si veda anche Canina 1853, pp. 128-129). 
Un disegno di Piranesi relativo al sepolcro dei Metelli è inserito nei Taccuini di Modena (Bevilacqua 2008, p.122, c.14); lo schizzo, eseguito a matita nera, si può considerare uno studio preliminare per questo soggetto, sebbene realizzato con tratti compendiari e ripreso da un punto di vista distanziato che rivela l'andamento collinare della campagna intorno. Quest'ultimo dato non si rileva dall'incisione, poiché il monumento è qui studiato da vicino e con una prospettiva dal basso finalizzata a amplificare l'imponenza dell'edificio e la sua percezione emotiva.    
Un'immagine dello stesso monumento viene proposta, qualche anno dopo la pubblicazione delle Antichità, anche nel volume Les plus beaux monuments de Rome ancienne, curato da Jean Barbault e edito da Bouchard e Gravier nel 1761 (tav. 49), in quanto sicuramente il soggetto era tra quelli più richiesti nelle raccolte di stampe che dovevano documentare le meraviglie degli antichi. L'incisione di Domenico Montagu risente dell'impostazione piranesiana nella ripresa del monumento in prospettiva dal basso, anzi accentua fortemente questa caratteristica, sebbene si discosti poi dalla tavola di Piranesi nei dettagli a contorno della figurazione, innanzi tutto nella rappresentazione in primo piano di una curva di strada che in ripida salita conduceva al sepolcro, popolata di gregge, facile e “rassicurante animazione di gusto arcadico” (cfr. Lui 2006, p. 85; sulla collaborazione di Barbault alle Antichità e sulla vicinanza tra gli artisti e incisori dell'Accademia di Francia al Corso e Piranesi cfr. Oechslin 1976 ).
La figurazione è organizzata su una matrice dal formato inconsueto, pressoché quadrato, in cui viene inscritta l'originale forma piramidale della sepoltura.  I valori luministici della composizione sono, come sempre nelle vedute, al centro dell'interesse dell'autore che sfrutta le peculiarità delle tecniche incisorie per ottenere un'immagine di forte impatto visivo.
Le morsure multiple restituiscono la profondità dei piani prospettici che configurano lo spazio circostante. Il tracciato segnico verticale dei blocchi di pietra in ombra sulla metà destra del monumento, come anche quello interno alle arcate, è notevolmente ripreso col bulino, che approfondisce gli incavi ad acquaforte, facendo emergere in stampa un forte contrasto chiaroscurale con i blocchi illuminati sullo spigolo in primo piano. Semplici ritocchi a tecnica diretta – brevi ma profondi solchi orizzontali - sono presenti sotto la piattaforma del sepolcro più estesa in superficie, per rimarcare la separazione tonale tra la massa sovrastante, e la zona d'ombra che degrada verso il ristretto piano d'appoggio.   

Bibliografia

  • Petrucci, 1953, n. 1440/127, tav. 15, 
  • p. 248  
  • Focillon, 1967, n. 300, 
  • p. 307
  • Wilton-Ely, 1994, n. 435, p. 487
  • Ficacci, 2000, n. 292, p. 264.
  • MISITI, Maria Cristina; SCALONI, Giovanna (ed.), Giambattista Piranesi: sognare il sogno impossibile, Istituto Centrale per la Grafica, Roma, 2022, libro multimedia.  

Condizione giuridica

Condizione giuridica: Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali
Provenienza: Acquisto

Compilazione

Compilatore: Giovanna Scaloni
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