Piranesi Giovanni Battista

Mogliano Veneto (?), 1720 - Roma, 1778

Grand'urna di porfido co' suo Coperchio, ritrovata nel Mausoleo di S. Elena...

Inventario

Numero inventario: M-1400_131
Inventario storico di categoria: 1400/131
Nuovo inventario di categoria: 10594
Stampa corrispondente: S-CL2395_18718
IVS2: CL16108
Collocazione: Calcoteca

Autori

Incisore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Disegnatore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Inventore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)

Soggetto

Titolo proprio: Grand'urna di porfido co' suo Coperchio, ritrovata nel Mausoleo di S. Elena...
Serie: Le antichità romane
Denominazione raccolta: Firmin Didot (Piranesi)

Oggetto

Definizione: matrice incisa

Cronologia

Datazione: 1750-1756 (Sec. XVIII)

Dati tecnici

Materia e tecnica: Acquaforte su rame con ritocchi a bulino;
Misure: mm 401 x 613; spess. 1,7-1,9

Iscrizioni

Iscrizioni: In alto a sinistra: XIX / 131
In alto a destra: Tom. III.
In basso: GRAND'URNA DI PORFIDO co' suo Coperchio, ritrovata nel Mausoleo di S. Elena, e trasportata da Papa Anastasio IV. per sua Sepoltura, e quindi nel Chiostro di S. Gio. Laterano, ove presentemente si vede. Quantunque ella sia stata ristaurata quivi, dopo unita insieme (stante che in framm.ti ridotta) pure tuttavia è / molto maltrattata, e guasta particolarmente nelle figure, siccome qui si osserva, essendosi rappresentata quale ora si trova. Il Basso-rilievo, che circonda il Corpo della medesima, esprime per avventura la Vittoria di Costantino contro Massenzio tiranno, scorgendovisi Uomini armati a cavallo; schiavi legati, Trofei appesi, e c. Il Coperchio / e nel disopra, e nei lati resta ornato da Festoni di quercia, e d'alloro, sostenuti nel mezzo da un Genio alato: Negli Angoli si scoprono gli avanzi di quattro Vittorie sedenti: I due Leoni, uno per parte, i quali sembrano giacere abbattuti, possono significare la forza, ovvero l'alterigia umana · depressa dalla Potenza Divina. Quest' / Urna si rende considerabile per la sua stupenda mole, essendo lunga Palmi Romani .11. onc. 7. larga pal. 8. alta senza il Coperchio pal. 6. onc. 1. Il Coperchio alto palmi .3. escavata in simil Pietra estremam.te dura nel modo stesso, com' è scavata l'Urna di Santa Costanza. Le sculture poi sono molto mediocri tanto per la com- / posizione, quanto per il lavoro, ed appajono del medesimo Artefice, che fece la testé nominata di S. Costanza: Opere ambedue corrispondenti al rozzo Secolo di Costantino. A Veduta esterna, ed interna del Mausoleo mentovato di sopra.
Sotto a sinistra: Piranesi Archit. dis. et inc.

Osservazioni:

Osservazioni: Sul maestoso sarcofago in porfido, roccia durissima di origine vulcanica riservata alla committenza imperiale, e sulle reliquie in esso contenute, molte notizie provengono dallo spoglio delle fonti condotto da Antonio Bosio (Roma sotterrnaea, cap. XXXII; cfr. catt. 158-159): da queste si apprende che il corpo di Elena fu inizialmente inumato a Roma, e che due anni dopo i suoi resti sarebbero stati trasportati nella capitale orientale, nella chiesa dei santi Apostoli, dove trovò sepoltura lo stesso Costantino. Le fonti discordano sul successivo destino delle reliquie, la cui storia è a questo punto separata da quella del sarcofago: le ossa sarebbero state trasferite nell’840 a Saint-Pierre d'Hautvillers nell’Arcidiocesi di Reims dal presbitero Teogisio, portate a Venezia nella chiesa di Sant'Elena dal canonico Aicardo nel 1212 oppure, ipotesi sostenuta da Bosio, traslate nella basilica di santa Maria in Aracoeli, dove tutt’oggi si troverebbero, da Innocenzo II. Il sarcofago, invece, fu trasferito da Anastasio IV, che vi trovò sepoltura, nella basilica del Laterano dove si trovava ancora al tempo di Piranesi. Da qui fu trasferito in Vaticano con il Museo Pio Cristiano, dove si trova oggi.
La matrice, realizzata ad acquaforte con ampi ritocchi a bulino, presenta caratteri tecnico-stilistici diversi da quelli osservabili nella tavola autografa precedente. L’andamento lineare e pressoché parallelo del netto tracciato ad acquaforte, costituito da fasci dall’andamento curvilineo ed enfatizzato rientrando negli incavi con il bulino, è linguaggio che risulta particolarmente aderente all’aspetto reale dell’oggetto costruendo con efficacia il volume polito delle figure a rilievo del sarcofago e la durezza del porfido rosso cupo. Questa modulazione grafica è osservabile anche in altre matrici autografe (si osservi ad esempio quanto notato per il volto scolpito in un rilievo della camera sepolcrale della famiglia di Augusto, cat. 172); a proposito delle diverse soluzioni grafiche adottate per esprimere con fermezza scultorea questo materiale, è utile osservare due tavole del II tomo, senz’altro da attribuire a Barbault, che raffigurano un altro sarcofago imperiale in porfido, quello di Costanza (catt. 103 e 104), in particolare i dettagli dei girali di acanto e del lato in ombra del monumento, dove il tratto lineare si spezza creando stabili catene di punti.

Bibliografia

  • Petrucci, 1953, n. 1440/131, tav. 19, p. 248  
  • Focillon, 1967, n. 304, p. 307
  • Wilton-Ely, 1994, n. 439, p. 491
  • Ficacci, 2000, n. 296, p. 266.
  • MISITI, Maria Cristina; SCALONI, Giovanna (ed.), Giambattista Piranesi: sognare il sogno impossibile, Istituto Centrale per la Grafica, Roma, 2022, libro multimedia.  

Condizione giuridica

Condizione giuridica: Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali
Provenienza: Acquisto

Compilazione

Compilatore: Mariasole Garacci
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