Orlandi Giovanni

?, ? - Napoli, 1640

Monumentum Q. Veranni in Via Appia

Inventario

Numero inventario: S-FC70373
Collocazione: Gabinetto Disegni e Stampe, Fondo Corsini; volume 44H30

Autori

Incisore: Orlandi Giovanni (attivo 1590/1640)
Ambito culturale: italiano,napoletano

Soggetto

Identificazione: Roma, Monumento Veranni sulla Via Appia
Titolo proprio: Monumentum Q. Veranni in Via Appia (da stampa)
Fondo: Fondo Corsini

Cronologia

Datazione: Sec. XVII (prima metà)

Dati tecnici

Misure: mm. 430 x 274
Misure foglio: mm. 466 x 304
Materia e tecnica: bulino
Stato di conservazione: discreto (foxing, carta ingiallita)

Iscrizioni

Iscrizioni: In basso al centro della sezione in pianta: «PIANTA»
In basso, a dx., nel cartiglio: «MONNUMEN / TUM / Q. VERANII / IN VIA / APPIA»
In basso, a sin.: «D. Joan Forget de beauregard D. Col./ girolamo denoui lafreri DD. Romæ»
In basso, a dx.(abraso): «Ioannis Orlandi f.»
Dedica: Girolamo Denovi Lefreri (dedicante); Joan Forget de beauregard (dedicatario);

Editori/Stampatori

Editore: Orlandi Giovanni (attivo Roma/ Napoli 1594 ca./ 1640)
Luogo e data di stampa: Roma (1600 ca.)

Osservazioni:

Osservazioni: Nel 1553 Antonio Salamanca, stampatore spagnolo che aveva raccolto (tra le altre) molte delle matrici incise dalla cerchia di Raffaello, si associa all’editore Antonio Lafréry. Il francese era riuscito a creare a Roma un grande impero editoriale di cui rimane testimonianza l’indice delle stampe in vendita nella sua bottega (pubblicato nel 1572 o 1573) che costituendo il primo catalogo noto riguardante il commercio calcografico. Vi sono all’interno elencati circa 500 pezzi in 5 sezioni, la seconda delle quali - dedicata ai monumenti antichi di Roma e intitolata Tavola delle Antichità di Roma…- riveste particolare interesse quale punto di riferimento iniziale per quelle importanti raccolte di stampe che presero il nome di Speculum Romanae Magnificentiae. Queste furono corredate, a partire dal 1575 circa, da una tavola-frontespizio attribuita a Étienne Du Pérac e ampliate nel tempo mediante l’aggiunta di altre tavole accomunate dalla riproduzione delle opere monumentali e artistiche di Roma.
Le incisioni riproducono con intento documentaristico-didascalico monumenti, edifici e statue romane nello stato in cui apparivano nel Cinquecento, corredati dalla frequente presenza di scritte esplicative o di dediche rivolte ai colti fruitori. Sulla base delle attuali conoscenze, lo Speculum può essere considerato una serie unitaria per tema, ma differente per autori e cronologia. Il Lafréry, infatti, vendeva insieme alle incisioni da lui commissionate a diversi incisori, anche stampe tirate da precedenti matrici ritoccate e fogli acquistati da altri editori. Con gli eredi del Lafréry, che a loro volta commissionarono nuove riproduzioni, e in seguito con gli editori che fino al XVIII secolo entrarono in possesso delle lastre cinquecentesche (non solo di quelle appartenute al Lafréry) rieditandole, la raccolta si arricchì di nuovi e diversi contributi.  
Lo Speculum ha incontrato sin da subito subito il favore di un vasto pubblico, attestandosi come una delle principali serie per la conoscenza di Roma antica e contribuendo a una diffusione e volgarizzazione capillare della conoscenza del mondo antico, fornendo autorevoli modelli agli artisti che si approcciarono alla cultura antiquaria tra XVI e XVIII secolo. I numerosi esemplari della serie, conservati nelle raccolte e istituzioni europee e statunitensi, confermano inoltre l’interesse che queste stampe hanno mantenuto nel tempo e l’ininterrotta fortuna di cui hanno goduto presso il collezionismo privato e pubblico.
 
Il presente esemplare risulta parte dell’edizione stampata dall’editore Giovanni Orlandi nel 1600 ca. e riproduce un monumento ritenuto ai tempi il sepolcro del console Quinto Veranio (49 d.C.), situato all’ottavo miglio della Via Appia. L'edificio si caratterizza per l'alto basamento e per la facciata a edicola tra lesene angolari, nella quale si apre una nicchia con semicolonne corinzie. La cella risulta accessibile da un ingresso ricavato sul lato posteriore mentre l’interno presenta due nicchie rettangolari e due nicchie semicircolari nei lati nordovest e sudest, con feritoie nelle parti centrali. L'attribuzione, effettuata sulla base di un’iscrizione oggi scomparsa, è stata smentita dal ritrovamento della tomba del personaggio lungo la Via Tiburtina. L’incisione presenta l’edificio-corredato dalla pianta-secondo i canoni cristallizzati nella produzione grafica cinquecentesca, con il titolo nel cartiglio a destra e l’aggiunta dell’inciso “Ioannes Orlandi f.” semiabraso.
La tavola, anonima e priva di data, è dedicata da Girolamo Denovi Lafreri a Joan Forget de Beauregard, del quale si vede a sinistra lo stemma. Un disegno relativo a questa stampa, rispetto alla quale risulta in controparte, è conservato nella Biblioteca Apostolica Vaticana. L’opera Veduta di una tomba romana non identificata..., risulta di autore anonimo del XVI secolo e fa parte dell’importante collezione Thomas Ashby.

Bibliografia

  • Alberti A., Le Tavole moderne di Geografia di Antonio Lafréry. Note sull'esemplare della Raccolta Bertarelli, in «Rassegna di Studi e di Notizie», 2010, vol. XXXVII, pp. 13-44  
  • Alberti A., Contributi per Antoine Lafréry, un editore francese a Roma tra
  • Rinascimento e Controriforma, in “Annali di critica d’arte”, VII, 2011, pp. 75-116
  • Arrigoni P., Bertarelli A., Piante e vedute di Roma e del Lazio conservate nella Raccolta delle Stampe e dei Disegni del Castello Sforzesco, Milano, 1939
  • Bianchi S., Speculum Romanae Magnificentiæ. L'Albo H 56 e altre tavole lafreriane della Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli, in "Rassegna di Studi e di Notizie", XXX, Milano, 2006, pp. 41-89
  • Bianchi S., Note allo "Speculum Romanæ Magnificentiæ" di Antonio Lafrery, in "Grafica d'arte. Rivista di storia dell'incisione antica e moderna e storia del disegno", 1995, pp. 3-8
  • Bianchi S.,Lo "Speculum Romanae Magnificentiae" di Antonio Lafréry nelle tavole della Civica Raccolta delle Stampe "Achille Bertarelli",  
  • Bianchi S., Speculum Romanae Magnificentiae. L’Albo H 56 e altre tavole lafreriane della Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli, in “Rassegna di Studi e di Notizie”, XXXIII, 2006, pp. 41-89
  • Ceschi C., D'Amico M., Matthiae G., Mostra della via Appia Antica. Catalogo della mostra (Roma, Palazzo Venezia, 18 aprile-20 maggio 1956), Roma, 1956
  • Deswarte Rosa S., Les gravures de monuments antiques d’Antonio Salamanca, à l’origine du Speculum Romanae Magnificentiae, in “Annali di architettura”, I,1989, pp. 47-62
  • Giannone D., L'Indice di Antonio Lafréry, in "Grafica d'arte. Rivista di storia dell'incisione antica e moderna e storia del disegno", n. 41, 2000, pp. 3-5
  • Huelsen C.H., Das Speculum Romanæ Magnificentiæ des Antonio Lafrery, in "Collectio variæ doctrinæ, L.S.Olschki sexagenario", Monaco di Baviera, 1921
  • Marigliani C., La Roma del Cinquecento nello Speculum Romanæ Magnificentiæ. Catalogo della mostra (Roma, Complesso del Vittoriano, 10-27 febbraio 2005), Anzio, 2005
  • Misiti M.C., Antonio Salamanca: qualche chiarimento biografico alla luce di un'indagine sulla presenza spagnola a Roma nel '500, in "La stampa in Italia nel Cinquecento" (Atti del Convegno-Roma 17-21 ottobre 1989) , Roma 1992, pp. 545-563
  • Ozzola L., Gli editori di stampe a Roma nei Sec. XVI e XVII, in “Repertorium für Kunstwissenschaft”, 1910, pp. 400-411
  • Romani V., Luoghi editoriali in Roma e nello Stato della Chiesa, in "La stampa in Italia nel Cinquecento"-Atti del convegno (Roma, 17-21 ottobre 1989), Roma 1992, pp. 515-527
  • Zorach L., The Virtual Tourist in Renaissance Roma. Printing and Collecting the Speculum Romanae Magnificentiae, University of Chicago, Chicago, 2008

Condizione giuridica

Condizione giuridica: Proprieta' dell'Accademia dei Lincei
Provenienza: deposito; Accademia dei Lincei; 1895

Fonti e documenti di riferimento

Immagine: 52159
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