Piranesi Giovanni Battista

Mogliano Veneto (?), 1720 - Roma, 1778

Dimostrazioni dell'Emissario del Lago Albano

Inventario

Numero inventario: M-1400_486
Inventario storico di categoria: 1400/486
Nuovo inventario di categoria: 11108
Stampa corrispondente: S-CL2409_19168
IVS2: CL54490_14214, CL54491_14215
Collocazione: Calcoteca

Autori

Incisore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Disegnatore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)

Soggetto

Titolo proprio: Dimostrazioni dell'Emissario del Lago Albano
Serie: Descrizione e disegno dell'emissario del Lago Albano
Denominazione raccolta: Firmin Didot (Piranesi)

Oggetto

Definizione: matrice incisa

Cronologia

Datazione: 1762 (Sec. XVIII)

Dati tecnici

Materia e tecnica: Acquaforte su rame con interventi a bulino;
Misure: mm 436 x 646; spess. 1,8-2,2

Iscrizioni

Iscrizioni: Nel cartiglio in alto a destra: Dimostrazioni / dell'Emissario del Lago Albano
In alto a sinistra: 486
In alto al centro: Tav.III.
In basso a sinistra: Piranesi F.

Osservazioni:

Osservazioni: La matrice si combina con la precedente M-1400_485 per ottenere un'unica stampa.
La presente opera ha dimensioni che superano quelle, già ragguardevoli, delle altre tavole le quali occupano solitamente due pagine del volume, ed è costituita dall'unione di due matrici di formato diverso, con pari altezza ma differenti nella larghezza. Al centro della composizione è posta la Fig. I con la sezione prospettica longitudinale della camera di manovra. L'immagine è molto simile a quella incisa poco tempo prima (1761) nella tavola XXX della serie Della Magnificenza, intitolata Schemata Emissarii Lacus Albani, rispetto alla quale l'opera in esame risulta meno pittorica e, come già osservato da Salinitro, più fredda e didascalica (Cfr. Salinitro in Mariani 2017, pp. 192-193, catt. 63-64). Anche quell'incisione fu realizzata da Piranesi con lo stesso intento: quello di dimostrare la diretta connessione della tecnica costruttiva dell'emissario albanense con quella della Cloaca Maxima, quindi una prassi dalle origini antichissime appresa dagli antenati “toscani”, ovvero gli etruschi, e non dai greci (cfr. Della Magnificenza 1761, p. lxxiii, Par. XCIX in Mariani 2017, Appendice, p. 30).
L'archeologo Spadea segnala di aver analizzato in situ le pareti parzialmente conservatesi, quella nella sezione prospettica in esame contraddistinta con le lettere O e quella analoga opposta qui non visibile, ma esse non presentano alcuna traccia dei punti in cui potrebbero essere stati addossati i pilastri che davano luogo a un doppio spazio all'interno della camera di manovra, come sostenuto da Piranesi, uno coperto con una volta a botte (il vestibolo), l'altro con il tetto “testudinato” (cfr. Spadea in Speciale 1979, p. 40, cat. 4).
Le figure II-VI sono volte a dimostrare le ipotesi costruttive formulate da Piranesi, in particolare esse rappresentano uno dei pozzi utilizzati per l'areazione e il cunicolo ad esso connesso; quelle con il numero VIII, IX e X sono invece dedicate alla parte finale del complesso idraulico, il punto in cui l'emissario trova sbocco dopo aver compiuto il percorso ipogeo. La Fig. X rappresenta in particolare una veduta di tale luogo, in cui nel Medioevo era sorto un piccolo borgo; l'abbondante acqua del lago, captata prima di essere dispersa nei canali di irrigazione della campagna, era impiegata per diversi scopi: fontanili con lavatoi usati dalle donne per fare il bucato, mulini che sfruttavano l'energia idraulica, una conceria di pelli. Le attività che vi si svolgevano sono illustrate con dovizia di particolari nelle tavole seguenti, VII-IX (catt. 9-11); una veduta delle costruzioni esistenti allora nella parte terminale dell'emissario è riproposta in maniera molto simile, ma con dimensioni più grandi e quindi con maggiori dettagli, nella tavola VII (cat. 9).
Le due lastre che compongono la tavola descritta mostrano un'esecuzione ad acquaforte con interventi a bulino. Alcune limitate correzioni si individuano su entrambe le matrici: in quella minore (M-1400_485) esse sono presenti nella parte inferiore, in alcune lettere della Fig. VII e nella zona centrale della Fig. VIII dove è tratteggiato il terreno, sopra la lettera G; nell'altra lastra (1440/484) una larga correzione si nota a destra, presso il bordo, dove è delineato il terreno sotto alla lettera F. La matrice più piccola (M-1400_485) ha inciso sul verso un ordito meccanico, eseguito con tecnica indiretta, forse realizzato come esercitazione da un allievo.

Bibliografia

  • Petrucci, 1953, p. 270, nn. 485-486, tav. 1 (sic)  
  • Focillon, 1967, p. 316, n.485
  • Wilton-Ely, 1994, p. 673, n.618
  • Ficacci, 2000, p. 436, n. 538.
  • MISITI, Maria Cristina; SCALONI, Giovanna (ed.), Giambattista Piranesi: sognare il sogno impossibile, Istituto Centrale per la Grafica, Roma, 2022, libro multimedia.  

Condizione giuridica

Condizione giuridica: Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali
Provenienza: Acquisto

Compilazione

Compilatore: Giovanna Grumo
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