Piranesi Giovanni Battista

Mogliano Veneto (?), 1720 - Roma, 1778

Sepolcro Regio, o Consolare, inciso nella rupe del Monte Albano

Inventario

Numero inventario: M-1400_460
Inventario storico di categoria: 1400/460
Nuovo inventario di categoria: 11078
Stampa corrispondente: S-CL2408_19139
IVS2: CL54464_14188
Collocazione: Calcoteca

Autori

Incisore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Disegnatore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)

Soggetto

Titolo proprio: Sepolcro Regio, o Consolare, inciso nella rupe del Monte Albano
Serie: Antichità d'Albano e di Castel Gandolfo
Denominazione raccolta: Firmin Didot (Piranesi)

Oggetto

Definizione: matrice incisa

Cronologia

Datazione: 1764 (Sec. XVIII)

Dati tecnici

Materia e tecnica: Acquaforte su rame con interventi a bulino;
Misure: mm 563 x 659; spess. 1,8-2,3

Iscrizioni

Iscrizioni: In alto a sinistra: 460; Tav.III.
Nel cartiglio in basso a sinistra: Sepolcro Regio, o Consolare, inciso nella rupe del Monte Albano or / nel Conv. to de' PP. Francescani a Palazzuolo. Niuno degli antichi scrittori / ne parla, e la mancanza dell'iscriz.ne col guasto delle facce delle figure / sottoposte al feretro, fa che non possa dirsi a chi sia appartenuto in / ispecie. La finezza della scultura n' esclude i Consoli de' tempi poste= / riori, né quali quest'arte avea perduto il pregio. Or avendo essa / fiorito da principio di Roma fino alla successione di molti Cesari, / non v'è rag. ne per cui il sepolcro sia piuttosto di qualche Console, / che di alcuno de' Re, dacchè i dodici fasci, e lo scettro eburneo col / globo e l'aquila in cima, sono state insegne comuni agli uni ed agli altri. / La stanza sepolcrale poi rimane incavata nel monte nella parte superiore / del sepolcro dietro la gradinata nel sito A. / Piranesi F.
 

Osservazioni:

Osservazioni: Nella matrice è raffigurata una tomba rupestre scavata nella roccia del monte Albano nei pressi di Palazzolo, inglobata nel convento dei Francescani. Il sepolcro, mai citato dagli autori antichi, come specifica il cartiglio in basso a sinistra, ha una facciata rettangolare scavata nel tufo della collina ed ha un coronamento piramidale a gradini che contiene al suo interno la camera sepolcrale. Nella parte superiore della facciata è scolpito un bassorilievo con al centro una sella curule, riservata agli alti funzionari dell'impero romano, su cui è un cuscino e una corona. In corrispondenza del sedile, in posizione obliqua, è uno scettro posto al centro di una serie di fasci, sei per ogni lato. I dodici fasci erano riservati ai consoli e ai re, motivo per cui Piranesi ipotizza che questo potesse essere un sepolcro consolare o regio. La sua deduzione non è corretta, come segnala von Hesberg che, nella scheda relativa all'incisione nel citato catalogo del 1979, afferma che il monumento sepolcrale era invece una tomba consolare per motivi di datazione poiché in base allo stile dei rilievi, essa risulta databile all'età cesariana (von Hesberg in Speciale, 1979, p. 97, cat. 29). Si tratta di un raro esempio di tomba romana con facciata rupestre, forse l'unico in Italia (ibidem).
La tomba è tuttora conservata ma l'incisione piranesiana ne documenta uno stato di conservazione di gran lunga migliore rispetto all'attuale.
A sinistra del monumento funebre, in basso, sopra la didascalia, si vedono gli edifici di un piccolo centro abitato, presumibilmente Palazzolo.
La tavola in esame è la prima della serie delle Antichità d'Albano, dopo la tavola dedicatoria, a essere stata eseguita su una matrice di grandi dimensioni. La notevole qualità artistica dell'opera e la complessa esecuzione tecnica inducono a ritenere che questa sia una delle matrici eseguite da Piranesi, o comunque su cui il maestro è largamente intervenuto. In questo momento l'incisore veneto si trova nella piena maturità stilistica ed ha ormai messo a punto una tecnica incisoria raffinatissima, basata sull'uso sapiente delle morsure ad acquaforte e delle diverse punte del bulino. Ciò che è rappresentato in primo piano risalta fortemente a causa delle profondità intense che l'autore crea attraverso segni profondi prodotti dal bulino che contrastano con le superfici in rilievo che danno luogo sulla stampa ai bianchi assoluti. Particolarmente interessante è la resa dell'albero a destra il quale ha gran parte dei rami spezzati ma è ancora vivo come attestano alcuni rami da cui spuntano le foglie.
La lastra, difficile da manipolare per le sue grandi dimensioni, mostra alcuni piccoli danni provocati da urti accidentali, come quello presente al centro del bordo superiore, nell'angolo superiore destro e lungo il bordo inferiore, questi ultimi di una certa entità. Nella scritta incisa nella didascalia si individuano alcune piccole correzioni: nella sesta riga la congiunzione e all'inizio della nona la c di che.
La lastra era stata acciaiata e, in occasione della pubblicazione del presente volume, il Laboratorio diagnostico per le matrici ha provveduto a rimuovere l'acciaiatura. 

Bibliografia

  • Petrucci, 1953, p. 269, n. 460, tav. 3  
  • Focillon, 1967, p. 317, n. 511
  • Wilton-Ely, 1994, p. 701, n. 644
  • Ficacci, 2000, p. 456, n. 563.
  • MISITI, Maria Cristina; SCALONI, Giovanna (ed.), Giambattista Piranesi: sognare il sogno impossibile, Istituto Centrale per la Grafica, Roma, 2022, libro multimedia.  

Condizione giuridica

Condizione giuridica: Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali
Provenienza: Acquisto

Compilazione

Compilatore: Giovanna Grumo
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