Piranesi Giovanni Battista

Mogliano Veneto (?), 1720 - Roma, 1778

Rudera Circi Flaminij

Inventario

Numero inventario: M-1400_435a
Inventario storico di categoria: 1400/435A
Nuovo inventario di categoria: 11027
Stampa corrispondente: S-CL2407_19097, S-FC101092
IVS2: CL54448_14172
Collocazione: Calcoteca

Autori

Incisore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Disegnatore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Inventore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)

Soggetto

Titolo proprio: Rudera Circi Flaminij
Serie: Campus Martius Antiquae Urbis
Denominazione raccolta: Firmin Didot (Piranesi)

Oggetto

Definizione: matrice incisa

Cronologia

Datazione: 1762 (Sec. XVIII)

Dati tecnici

Materia e tecnica: Acquaforte su rame;
Misure: mm 242 x 360; spess. 1,6-1,7

Iscrizioni

Iscrizioni: In alto a sinistra: Tab. XVII. / 435
Didascalia: 1. Rudera Circi Flaminij. 2. Reliquiae columnarum Aedis Apollinis ad eumdem Circum. 3. / Reliquiae Theatri Pompejani.
Sotto a destra: Vide indicem ruinarum num. 54. et 55.; a sinistra: T.X.T. 435; Piranesi F.

Osservazioni:

Osservazioni: Il Circo Flaminio si trovava nella zona più meridionale del Campo Marzio, che Piranesi indaga per prima. L'antica area occupata dal circo sorgeva tra via del teatro Marcello, piazza Cairoli, il portico di Ottavia e le rive del Tevere (cfr. Gatti, 1960, p. 3 e sgg.). Il circo, la cui lunghezza iniziale doveva essere di circa 500 metri, fu edificato su possedimenti e su committenza del censore Caio Flaminio nel 221 a.C..
Presso il Circo Flaminio, in quello che all'epoca di Piranesi era il cortile della casa dei Padri della Congregazione Somasca, sorgeva un tempio dedicato ad Apollo. Notizie di un luogo di culto dedicato ad Apollo in Prata Flaminia si hanno già dalla metà del V secolo a.C.. L'ultimo rifacimento del tempio risale all'epoca augustea ad opera di Gaio Sosio.
In occasione della costruzione del Teatro di Marcello, nipote e erede designato di Augusto, fu abolita la scalinata frontale, sostituita da due scalette sui lati del pronao.
In epoca medievale, dopo il crollo dell'alzato, le rovine del tempio furono occupate da costruzioni. La situazione qui ritratta da Piranesi è, come di consueto per quest'opera, una ricostruzione ideale. Solo negli anni Trenta del secolo scorso, infatti, durante i lavori voluti dal regime fascista per isolare il Teatro Marcello, furono rinvenuti i resti del colonnato e scavata di conseguenza l'area del tempio. Le tre colonne che oggi si vedono sormontate dall'architrave furono rialzate nel 1940 in una posizione comunque diversa da quella originale.
Sullo sfondo dell'immagine, con una morsura più lieve, viene rappresentata la cavea del Teatro di Pompeo, che sarà analizzata nel dettaglio nella tavola successiva. All'epoca di Piranesi le rovine del teatro si potevano osservare nel Palazzo Orsini al tempo “del duca del Grillo” a Campo de' Fiori, e nelle botteghe con esso confinanti.
Elementi stilistici piranesiani si possono ravvisare nei due personaggi con l'asta, dei quali quello a sinistra ha evidenziata la schiena curva e le lunghe dita della mano.
L'inciso è condotto con modalità grafiche piuttosto semplificate, esclusivamente ad acquaforte, sfruttando per le distinte intensità tonali anche le piccole bruciature provocate dall'acido in fase di morsura: si vedano le aree scure sulla zona in ombra della mezza arcata dei ruderi del circo. Il terreno in primo piano, anche in questo caso, è rappresentato con segni paralleli tirati velocemente (si veda quanto già osservato a tale proposito per la scheda cat. 113, e si vedano anche catt. 121, 122, 128 per le analogie). Il cielo è eseguito secondo la maniera a fitte e sottili linee parallele, e la vibrazione atmosferica è conferita attraverso coperture di vernice di riserva. In didascalia, si osserva un'abrasione sotto la parola Rudera, dovuta a un errore del letterista. Infine, nell'angolo in alto a sinistra, sotto le ultime cifre della numerazione romana, tracce di una linea circolare abbozzata ad acquaforte.

Bibliografia

  • Petrucci, 1953, n. 435, tav. 17, p. 267  
  • Focillon, 1967, n. 448, p. 314
  • Wilton-Ely, 1994, n. 579, p. 633
  • Ficacci, 2000, n. 501, p. 408.
  • MISITI, Maria Cristina; SCALONI, Giovanna (ed.), Giambattista Piranesi: sognare il sogno impossibile, Istituto Centrale per la Grafica, Roma, 2022, libro multimedia.  

Condizione giuridica

Provenienza: Acquisto

Compilazione

Compilatore: Giovanna Scaloni
Condividi quest’opera

Altre opere in collezione


Nella Banca Dati dell’Istituto sono confluiti dati e informazioni della catalogazione informatizzata effettuata su tutto il patrimonio, a partire da una massiva schedatura realizzata agli albori dell’era tecnologica nel biennio 1987-89, che ha interessato l’intera consistenza delle collezioni di stampe. Si sono succeduti nel tempo vari interventi, rivolti a catalogare i vari settori del patrimonio (stampe, disegni, matrici, fotografie, grafica contemporanea). Non abbiamo a disposizione descrizioni complete per tutte le opere, stiamo lavorando per aggiornare le nostre schede, ma consideriamo questa banca dati come uno strumento che ci permetterà nel tempo di ampliare e approfondire le informazioni che sono già contenute, mettendo a disposizione degli studiosi e dei visitatori il frutto dei nostri studi e ricerche.

© 2020-2024. Istituto Centrale per la Grafica. Via della Stamperia 6, 00187 Roma
Note legali: Tutti i diritti sui cataloghi, sulle immagini, sui testi e/o su altro materiale pubblicato su questo sito sono soggetti alle leggi sul diritto di autore.
Per usi commerciali dei contenuti contattare l'Istituto: ic-gr@cultura.gov.it


Real Academia de Bellas Artes de San Fernando
Questa banca dati è stata realizzata nell’ambito di una collaborazione dell’Istituto Centrale per la Grafica con la Reale Accademia di Belle Arti di San Fernando (Madrid, Spagna), che ha gentilmente fornito il software necessario al suo funzionamento e alla gestione dei contenuti