Piranesi Giovanni Battista

Mogliano Veneto (?), 1720 - Roma, 1778

[Frontespizio] Campus Martius

Inventario

Numero inventario: M-1400_418
Inventario storico di categoria: 1400/418
Nuovo inventario di categoria: 11004
Stampa corrispondente: S-CL2407_19080, S-FC101079
IVS2: CL54443_14167
Collocazione: Calcoteca

Autori

Incisore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Disegnatore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Inventore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)

Soggetto

Titolo proprio: [Frontespizio] Campus Martius
Serie: Campus Martius Antiquae Urbis
Denominazione raccolta: Firmin Didot (Piranesi)

Oggetto

Definizione: matrice incisa

Cronologia

Datazione: 1762 (Sec. XVIII)

Dati tecnici

Materia e tecnica: Acquaforte su rame con interventi a bulino;
Misure: mm 517 x 344; spess. 1,7-2,2

Iscrizioni

Iscrizioni: In alto a sinistra: 418
Al centro: IOANNIS / BAPTISTAE / PIRANESII / ANTIQVARIORVM / REGIAE · SOCIETATIS / LONDINENSIS / SOCII / CAMPVS · MARTIVS / ANTIQVAE / VRBIS / ROMAE · MDCCLXII; sulla colonna in basso a destra: ROBERT / ADAM / BRITANN / ARCHITECT / CELEBERRIM
In basso al centro: Veneunt apud Auctorem in aedibus Comitis Thomati via Felici prope templum SS. Trinitatis in Monte Pincio.; a destra: Piranesi F.

Osservazioni:

Osservazioni: La grande lastra marmorea immaginata dall'artista per il frontespizio in latino del Campo Marzio ha il suo precedente, anche se in forma semplificata, nel frontespizio per il primo volume delle Antichità Romane, dove il titolo in primo piano era inserito in un contesto di architetture antiche e frammenti di sculture. Il motivo della lapide con il titolo dell'opera era già nel frontespizio di Prima Parte di Architetture, e Prospettive, prima opera organica di Piranesi, edita nel 1743, in cui il titolo era all'interno di un vero e proprio capriccio alla maniera di Marco Ricci (Mariani, 2010, p. 26). Questo tipo di iconografia, voluta citazione del repertorio classico, sarà riproposta in successive elaborazioni anche negli anni Sessanta; così ancora nelle Antichità d'Albano e di Castel Gandolfo e nelle Antichità di Cora, frontespizi realizzati pochi anni più tardi per opere che non recano scritte di dedica.
Piranesi disegna una lapide gigantesca, danneggiata ed erosa dal tempo, su cui incide il suo nome e il titolo della serie; interessante l'idea di lasciare sotto l'ultima parola VRBIS due linee che simulano l'intervento dello scalpello sulla pietra, come a indicare la cancellazione di una scritta precedente, così come aveva fatto nel secondo stato del frontespizio delle Antichità, dopo aver abraso il nome di Lord Charlemont a causa del mancato finanziamento dell'opera, realizzando una reale damnatio memoriae (cfr. Scaloni in Mariani, 2014, cat. 2). Ma in questo caso sulla matrice non compare nessuna abrasione, si tratta quindi di un espediente per accentuare l' “antichità” della lapide che, in questo modo, viene trasformata in reperto. Anche la scritta sottostante, che riporta il luogo e la data incisi con un effetto a rilevo rispetto al titolo, sembra aggiunta in un secondo tempo, con la R che si sovrappone alla colonna con la dedica ad Adam. La volontà di sottolineare lo stretto legame con la cultura antica è testimoniato dalla scelta del latino, lingua che ormai in campo internazionale stava lasciando il posto al francese (vedi anche cat. 26).
In primo piano sono accatastati i resti di cornici, basi di colonne e pezzi di sculture, tutto invaso da foglie e muschi, che continuano a crescere anche lungo i bordi della pietra, forse un'allusione alla fragilità della Storia erosa dallo scorrere del Tempo e sovrastata dall'avanzare della Natura.
La colonna, con decorazioni scultoree, reca la dedica all'architetto scozzese Robert Adam, che aveva accompagnato Giambattista nelle sue ricerche nella zona del Campo Marzio, e al quale aveva dedicato le tavole con la grande icnografia e la Scenographia Campi Martii (catt. 100, 103).
Il frontespizio in latino, che quasi sempre precede quello in italiano, presenta un'evidente disomogeneità con quello in italiano (cfr. cat. 97) che molto probabilmente era stato pensato per un'altra collocazione.
Il rame, quasi totalmente inciso ad acquaforte con interventi a bulino, non presenta pentimenti e abrasioni a eccezione della zona in basso, lungo il bordo della lastra, dove è inciso l'indirizzo dell'artista a Palazzo Tomati, probabile conseguenza di un errore di composizione. Sulla matrice in basso, sopra la M della data, si nota un graffio, dovuto a movimentazione della lastra, che risulta visibile sugli esemplari a stampa a partire dall'edizione Firmin-Didot (così anche nell'esemplare della raccolta Ashby in Vaticano). L'angolo destro in alto presenta una deformazione del metallo.

Bibliografia

  • Petrucci, 1953, n. 418, p. 266  
  • Focillon, 1967, n. 428, p. 313
  • Wilton-Ely, 1994, n. 559, p. 614
  • Ficacci, 2000, n. 483, p. 396.
  • MISITI, Maria Cristina; SCALONI, Giovanna (ed.), Giambattista Piranesi: sognare il sogno impossibile, Istituto Centrale per la Grafica, Roma, 2022, libro multimedia.  

Condizione giuridica

Condizione giuridica: Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali
Provenienza: Acquisto

Compilazione

Compilatore: Ginevra Mariani
Condividi quest’opera

Altre opere in collezione


Nella Banca Dati dell’Istituto sono confluiti dati e informazioni della catalogazione informatizzata effettuata su tutto il patrimonio, a partire da una massiva schedatura realizzata agli albori dell’era tecnologica nel biennio 1987-89, che ha interessato l’intera consistenza delle collezioni di stampe. Si sono succeduti nel tempo vari interventi, rivolti a catalogare i vari settori del patrimonio (stampe, disegni, matrici, fotografie, grafica contemporanea). Non abbiamo a disposizione descrizioni complete per tutte le opere, stiamo lavorando per aggiornare le nostre schede, ma consideriamo questa banca dati come uno strumento che ci permetterà nel tempo di ampliare e approfondire le informazioni che sono già contenute, mettendo a disposizione degli studiosi e dei visitatori il frutto dei nostri studi e ricerche.

© 2020-2024. Istituto Centrale per la Grafica. Via della Stamperia 6, 00187 Roma
Note legali: Tutti i diritti sui cataloghi, sulle immagini, sui testi e/o su altro materiale pubblicato su questo sito sono soggetti alle leggi sul diritto di autore.
Per usi commerciali dei contenuti contattare l'Istituto: ic-gr@cultura.gov.it


Real Academia de Bellas Artes de San Fernando
Questa banca dati è stata realizzata nell’ambito di una collaborazione dell’Istituto Centrale per la Grafica con la Reale Accademia di Belle Arti di San Fernando (Madrid, Spagna), che ha gentilmente fornito il software necessario al suo funzionamento e alla gestione dei contenuti