Piranesi Giovanni Battista

Mogliano Veneto (?), 1720 - Roma, 1778

Residui di antichi edifizi nella città di Cora

Inventario

Numero inventario: M-1400_410b
Inventario storico di categoria: 1400/410b
Nuovo inventario di categoria: 10996
Stampa corrispondente: S-CL2406_19072
IVS2: CL17631
Collocazione: Calcoteca

Autori

Incisore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Inventore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)

Soggetto

Titolo proprio: Residui di antichi edifizi nella città di Cora
Serie: Antichità di Cora
Denominazione raccolta: Firmin Didot (Piranesi)

Oggetto

Definizione: matrice incisa

Cronologia

Datazione: 1763 (Sec. XVIII)

Dati tecnici

Materia e tecnica: Acquaforte su rame con interventi a bulino;
Misure: mm 181 x 262; spess. 0,6-1,2

Iscrizioni

Iscrizioni: In alto a destra: Nel giardino del Sig.r/ Domenico Luzi
In alto a sinistra: 410.b.
Sotto: In Piazza de' Piccioni
In alto a sinistra: Nel giardino del Sig.r Domenico Luzj
Sotto: Residui di antichi edifizi nella città / di Cora

Osservazioni:

Osservazioni: Le due matrici, stampate su uno stesso foglio, compongono la tavola III della serie. Il piedistallo che Piranesi scrive di aver visto “incastonato nel muro della casa d'Antonio Corbi” viene descritto in relazione al fregio nell'architrave del Tempio di Ercole, riguardo alla mancata risoluzione del conflitto angolare della facciata, per cui sul lato a ponente del tempio i triglifi sono quattro (cat. 68). Il piedistallo, che attualmente si trova in Via delle Colonne, ma incastonato in senso inverso, è la decorazione di un'ara in calcare con un fregio a rosette, che risale probabilmente al II-I secolo a.C. (Spadea in Speciale 1979, p. 129) e che si ritrova anche in altri manufatti locali; esiste una copia nel Museo della Città (Palombi 2013, p. 101). Il piedistallo sarà ripreso, con maggiore evidenza, anche da Luigi Rossini nella sua serie dedicata alle Antichità di Cora pubblicata nel 1825 (VIC1709/142- 149), in continuità con l'interesse dimostrato da Piranesi per questo sito.
La matrice incisa ad acquaforte è da attribuirsi alla bottega, e presenta gli angoli in alto a destra e in basso a sinistra leggermente ammaccati, così come il bordo in alto a sinistra.
Dall'analisi condotta sulla matrice durante questo studio sono emerse delle differenze nell'inciso, rispetto agli esemplari a stampa consultati direttamente e nei siti internet delle maggiori collezioni internazionali. Rispetto all'esemplare conservato nel Getty Research Institute sono evidenti difformità nell'ombreggiatura delle rosette del fregio dorico e nella parte superiore dell'ara dove, nella replica, è maggiore la parte lasciata bianca. Così nella scritta laterale manca l'accento sulla “a” di città, la virgola dopo “Cora” e il punto dopo “Sig”; non essendo visibili sulla lastra tracce di cancellazioni in corrispondenza dei cambiamenti è da concludere che la matrice in oggetto è una replica. Così anche la matrice cat. 65 in cui sono riprodotti due capitelli corinzi e una base di colonna attica.
Il capitello corinzio con testa femminile è uno dei cinque grandi capitelli figurati, con divinità maschili e femminili, provenienti da un edificio di culto non ancora identificato, che si trovava sulla terrazza superiore del foro nel settore nord-occidentale; databili tra il III e il II secolo a.C. sono ora conservati nel Museo della Città (Palombi 2013,
158). I reperti vengono descritti come presenti nel giardino di Domenico Luzi, e così li riporta anche Rossini.La matrice pervenuta in Calcografia presenta difformità nelle ombreggiature del volto femminile e nella parte sottostante del capitello; nella scritta superiore manca il punto dopo “Piccioni”; così come nella scritta sopra la base di colonna in “Luzj”, la j è sostituita dalla i. Altre differenze anche nella scritta sopra al capitello corinzio: diversa la grafia della N e manca il punto dopo “Sig”, inoltre non sono visibili le linee guida della medesima scritta. Altra differenza la grafia della lettera “r” di Cora e l'ombreggiatura appare più scarna nelle foglie di acanto. La matrice presenta un'ammaccatura nell'angolo in basso a sinistra. Dal momento che a queste differenze non corrispondono correzioni sulla matrice si desume di conseguenza che si tratta di una replica dell'originale. È importante sottolineare che le differenze sono riscontrabili anche sugli esemplari della collezione Cini (vedi il saggio in questo volume).

Bibliografia

  • Petrucci, 1953, p. 266, n. 410a, tav. 3  
  • Focillon, 1967 p. 319, n. 542
  • Wilton-Ely, 1994, p. 734, n. 676
  • Ficacci, 2000, 480, n. 595.
  • MISITI, Maria Cristina; SCALONI, Giovanna (ed.), Giambattista Piranesi: sognare il sogno impossibile, Istituto Centrale per la Grafica, Roma, 2022, libro multimedia.  

Condizione giuridica

Condizione giuridica: Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali
Provenienza: Acquisto

Compilazione

Compilatore: Ginevra Mariani
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