Piranesi Giovanni Battista

Mogliano Veneto (?), 1720 - Roma, 1778

Orthographia reliquiarum Pulcri Litoris

Inventario

Numero inventario: M-1400_289b
Inventario storico di categoria: 1400/289b
Nuovo inventario di categoria: 10787
Stampa corrispondente: S-CL2399_18885
IVS2: CL2399_18885
Collocazione: Calcoteca

Autori

Incisore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Disegnatore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Inventore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)

Soggetto

Titolo proprio: Orthographia reliquiarum Pulcri Litoris
Serie: Della magnificenza ed architettura de' romani
Denominazione raccolta: Firmin Didot (Piranesi)

Oggetto

Definizione: matrice incisa

Cronologia

Datazione: 1761 (Sec. XVIII)

Dati tecnici

Materia e tecnica: Acquaforte su rame con interventi a bulino;
Misure: mm 384 x 241; spess. 1,8-1,9

Iscrizioni

Iscrizioni: In alto a destra: Tab. III.
In alto a sinistra, zona bianca: 289. b.
Nel cartiglio: A. Orthographia reliquiarum Pulcri Litoris, cum / ostio sive emissario Cloacae Maximae. B Litus, ac / formix infra lineam ex lapidibus Albanis, supra line= / am ex tophis. C Sectio ejusdem Cloacae contra ejus / directionem, ultraque Pulcrus Litus. D Ichnographia / ipsius Cloacae, et Pulcri Litoris.*
In basso, fuori cornice: * E Vestigia et sectiones arcuum e lapide Tiburtino cloacam ambientium. F Directio Cloacae Forum Romanum versus. G Lapi= / des Albani. H Lapides Tiburtini arcuum Cloacam ambientium trans Pulcrum litus, qualibet distantia, quae est inter E / et H interjecti, et anteridibus ex emplecto, quod notatur lit. I, roborati, ut videre est lit. a in sectione C. b c d Fornix Cloacae tri= / plex quatenus subacta est Pulcro Litori. e f Tophi Pulcri Litoris. L Sectio Cloacae secundus ejus directiones. M Temere aggesta ab aquis Cloacae.
In basso a destra: Piranesi F.
Sul verso della matrice: prospetto di portale, profilo di architrave, struttura muraria e orditi meccanici.

Osservazioni:

Osservazioni: Come accennato nella scheda precedente (cfr. cat. 29), dopo le sostruzioni del Campidoglio seguono due tavole che illustrano i rilievi architettonici della Cloaca Maxima. Entrambe le matrici appartengono al folto gruppo di lastre incise anche sul verso (cfr. Monferini, 1967, p. 267, nn. 934-935).
La realizzazione di questo grande condotto fognario, ancora oggi parzialmente funzionante, si deve alla vasta opera di bonifica attuata dalla famiglia dei Tarquini (VI secolo a.C.) per far defluire gli acquitrini presenti tra le vallate di Roma. Il suo percorso, in origine a cielo aperto, partiva dal Foro Romano per sfociare nel Tevere, all'altezza di ponte Emilio; i diversi interventi succedutisi nel corso dei secoli ne hanno poi modificato in parte il tracciato iniziale. La copertura del canale con la volta in conci di tufo, dettagliatamente documentata in queste due tavole, risale invece al II-I secolo a.C., periodo in cui si procedette in vari punti all'interramento della conduttura per poter usufruire di uno spazio urbano maggiore.
Piranesi mostra in tutte le sue stampe un ampio interesse per la struttura ingegneristica della Cloaca Massima. Già nel primo tomo delle Antichità Romane aveva riprodotto un rilievo degli argini del Tevere all'altezza dello sbocco di questo condotto nella tavola XXII, fig. 2 (Garacci in Mariani, 2014, cat. 38); nella tavola XXXVI di questo volume (cfr. cat. 70) segna il punto in cui la Cloaca sfocia sul Tevere; successivamente ritorna a trattare l'opera nella Pianta di Roma e del Campo Marzio del 1774 circa, offrendo una puntuale indicazione del suo tracciato sotterraneo (cfr. M-1400_683-685, alla voce n. 116 della pianta); infine, tra il 1776 e il 1778, incide la Veduta delle antiche Sostruzioni fatte da Tarquinio Superbo dette il Bel Lido (M-1400_741), dove illustra la foce della fogna insieme al contesto urbano circostante.
La scelta di includere questa imponente opera di ingegneria civile nella Magnificenza è imputabile alla volontà dell'architetto veneto di dimostrare la stretta correlazione tra l'idea di "magnificenza" e quella di "funzionalità" che caratterizza l'architettura romana sin dalle origini, rifacendosi in questo alla tradizione di Tito Livio che attribuiva la "magnificentia publicorum operum" già ai tempi dei Tarquini (cfr. Tito Livio, Ab Urbe condita, I, 57). Come più volte affermato dalla critica, questa propensione in favore dell'austerità dell'architettura etrusca contro la "vana leggiadria" di quella greca è riconducibile al milieu culturale veneto in cui si era formato il nostro autore, e in particolare alle idee di Giambattista Vico, di Scipione Maffei e del padre francescano Carlo Lodoli che circolavano nella cerchia dello zio Matteo Lucchesi, architetto e ingegnere civile veneziano. La giovanile frequentazione del Magistrato delle acque di Venezia, inoltre, ha avuto un influsso determinante sulla costante attenzione di Piranesi verso le opere di architettura idraulica come quella qui esposta.
Le due tavole in esame, seppur caratterizzate entrambe da finalità dimostrative, presentano una qualità grafica nettamente diversa (più ricercata la prima, più convenzionale la seconda). In particolare, mentre la morfologia segnica con cui sono delineate le figure e le murature nella veduta della Cloaca (cat. 30) sembra non lasciare dubbi sull'autografia dell'opera, l'esecuzione della tavola con i rilievi (cat. 31) va riferita probabilmente alla bottega (cfr. Ficacci, 2000, p. 356).
Entrambe le lastre sono realizzate ad acquaforte con localizzati interventi a bulino, funzionali più che altro ad accentuare i contrasti tonali delle immagini attraverso il rientro nei segni precedentemente incisi. Tali interventi diretti sono ravvisabili soprattutto nella matrice relativa alla tavola II (cat. 30), in corrispondenza delle ombreggiature sulla sezione in primo piano della triplice armilla in peperino; più limitati invece nel secondo rame (cat. 31), dove si riscontrano quasi esclusivamente nella fascia d'ombra sulla parte centrale in alto della pianta. Quest'ultima lastra presenta inoltre diffuse abrasioni da correzione nell'area riservata alle didascalie (vedi in particolare alle voci E e H, il cui testo risulta modificato in tutto o in parte) e alcuni graffi accidentali vicino al margine inferiore destro della matrice (questi segni tuttavia non sono visibili negli esemplari a stampa consultati, pertanto è probabile che il danneggiamento della lastra sia avvenuto durante il suo trasporto nella calcografia romana o in una fase successiva).
Per quanto riguarda le incisioni sul verso delle due matrici, la prima (cat. 30) appare interamente ricoperta da studi di bottega eseguiti per più soggetti e in momenti diversi (come testimonia la sovrapposizione dei tracciati segnici). Al centro della lastra si distingue il frammento di un architrave in ordine dorico, la cui identificazione sembra suggerita dalla scansione ritmica dei fasci lineari sul fregio – alternativamente orizzontali e verticali – che ricorda la disposizione di metope e triglifi. Su entrambi i lati, invece, sono presenti due bozzetti architettonici speculari, relativi probabilmente alla pianta absidata di un edificio, di cui uno contiene all'interno dei motivi ornamentali a foglie. Al di sotto di quest'ultimo, inoltre, si segnala una piccola serie di tracciati curvilinei contigui, simili a quelli già riscontrati sul verso del rame con il Sepolcro dei tre fratelli Curazj (cfr. Salinitro in Mariani, 2014, cat. 152), riconducibili verosimilmente a uno studio per urna cineraria.
Sul rovescio della seconda matrice (cat. 31) le incisioni risultano meno affollate, rendendo più comprensibile la distinzione dei soggetti. Lo studio più definito raffigura il prospetto di un portale, riprodotto in maniera alquanto dettagliata in tutte le sue parti. Sono poi facilmente evidenti un frammento di architrave e una struttura muraria a bugne, resa in prospettiva. Infine, su zone diverse della lastra, si riscontrano vari tracciati meccanici più deboli, in parte riferiti forse a piante architettoniche.

Bibliografia

  • Petrucci, 1953, n. 289b, tav. 3, p. 256  
  • Focillon, 1967, n. 935, p. 361
  • Wilton-Ely, 1994, n. 763, p. 831
  • Ficacci, 2000, n. 440, p. 363.
  • MISITI, Maria Cristina; SCALONI, Giovanna (ed.), Giambattista Piranesi: sognare il sogno impossibile, Istituto Centrale per la Grafica, Roma, 2022, libro multimedia.  

Condizione giuridica

Condizione giuridica: Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali
Provenienza: Acquisto

Compilazione

Compilatore: Ciro Salinitro
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