Piranesi Giovanni Battista

Mogliano Veneto (?), 1720 - Roma, 1778

Pianta del Serraglio delle fiere fabbricato da Domiziano per uso dell'Anfiteatro

Inventario

Numero inventario: M-1400_225
Inventario storico di categoria: 1400/225
Nuovo inventario di categoria: 10715
Stampa corrispondente: S-CL2396_18815
IVS2: CL16254
Collocazione: Calcoteca

Autori

Incisore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Disegnatore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Inventore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)

Soggetto

Titolo proprio: Pianta del Serraglio delle fiere fabbricato da Domiziano per uso dell'Anfiteatro
Serie: Le antichità romane
Denominazione raccolta: Firmin Didot (Piranesi)

Oggetto

Definizione: matrice incisa

Cronologia

Datazione: 1746-1756 (Sec. XVIII)

Dati tecnici

Materia e tecnica: Acquaforte su rame con ritocchi a bulino;
Misure: mm 402 x 609, spess. 1,9-2,1

Iscrizioni

Iscrizioni: In alto a sinistra: 225 LIII
In alto a destra: Tom. IV.
In basso: A. Pianta del serraglio delle fiere fabbricate da Domiziano per uso dell'Anfiteatro. B. Porte dell'ordine superiore. C. Ingressi alle grotte delle fiere incavate nel vergine del monte Celio. D. Prospetto del serraglio composto di / due ordini, il primo de' quali inoggi rimane interrato. E. Muri di tevolozza tra i pilastri con porte e finestre. F. Qui fu rovinato il muro fra il muro e l'altro pilastro per il piu spedito ingresso delle carrette ch'estra=/ evano il tufo delle mentovate grotte allorchè si edificò la moderna fabbrica de' Signori della Missione. G. Muro anteriore del secon'ordine con finestre, il quale ora manca a tutti gli altri archi, ed è investito / dai muri dell'odierno campanile soprapposto al suo arco. H. Parte del serraglio rovinata. I. Piano moderno di Roma. Quelch'è rimarchevole in questa fabbrica, è il rozzo che accorda elegantemente col pulito / lavorato con un'artifiziale disuguaglianza di linee, per la qual negligenza ella si rende grave e maestosa, ed esprime insieme l'uso al qual'era stata destinata.
Sotto a sinistra: Piranesi Archit. dis. inc.

Osservazioni:

Osservazioni: Il grande stadio, costruito dall'imperatore Domiziano nell'85 d.C. e restaurato nel III secolo da Alessandro Severo, ha forma circense con i lati più lunghi paralleli, uno dei lati brevi curvilineo e l'altro leggermente obliquo. La facciata esterna era costituita da una doppia serie di arcate poggianti su pilastri: l'inferiore di ordine ionico il superiore di ordine corinzio; su ognuno dei lati si apriva un ingresso. A partire dall'VIII secolo sorsero sullo stadio diversi edifici cristiani: tra questi la chiesa di santa Agnese in Agone, sul lato ovest della piazza che dello stadio ha conservato il perimetro nelle successive sostruzioni, dalla quale è oggi possibile accedere ai sotterranei dei resti dell'antico edificio. Le strutture elevate, invece, vennero inglobate negli edifici moderni. Dal lato di piazza Tor Sanguigna sono visibili altri resti dei sotterranei, nei quali si possono riconoscere le arcate poggianti su pilastri in travertino con semicolonne ioniche e i muri in laterizio raffigurati da Piranesi nella tavola LIII (cat. 258).
Sebbene nella Pianta lo stadio sia correttamente collocato nell'area del Campo Marzio (cfr. Il Campo Marzio dell'antica Roma, M-1400_236-455c ), nella didascalia della prima tavola del gruppo di quattro matrici dedicato al soggetto, Piranesi situa l'edificio circense ai piedi del Celio, confondendolo evidentemente con il Circo Massimo (vedere cat. 41).
La prima tavola riproduce nella fascia inferiore la pianta degli ambienti ipogei dello stadio, al di sopra del quale sono mostrati in elevazione l'ordine interrato al di sotto del piano urbano indicato con la lettera I e l'ordine superiore inglobato negli edifici moderni. La matrice è stata realizzata ad acquaforte, con pochi rientri a bulino nelle ombre delle arcate superiori e nella raffigurazione del terreno al livello del piano moderno. I diversi materiali costitutivi sono indicati con l'adozione di corrispondenti convenzioni grafiche per il travertino e le sostruzioni di laterizio, modulate con morsure multiple di acquaforte.
Le tre tavole successive sono concentrate sui dettagli strutturali dei sotterranei (cat. 259) e architettonici. Sono realizzate ad acquaforte con rientri a bulino finalizzati a rinforzare gli scuri delle zone in ombra, e impostate secondo l'impaginazione, altrove individuata, mutuata dll'esempio di Desgodetz (cfr. catt. 233 e ss.).

Bibliografia

  • Petrucci, 1953, n. 225, tav. 53, p. 252  
  • Focillon, 1967, n. 391, p. 310
  • Wilton-Ely, 1994, n. 524, p. 578
  • Ficacci, 2000, n. 382, p. 317.
  • MISITI, Maria Cristina; SCALONI, Giovanna (ed.), Giambattista Piranesi: sognare il sogno impossibile, Istituto Centrale per la Grafica, Roma, 2022, libro multimedia.  

Condizione giuridica

Condizione giuridica: Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali
Provenienza: Acquisto

Compilazione

Compilatore: Mariasole Garacci
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