Lauro Giacomo (attribuito a)

notizie 1583/ 1645

Circi Antonini Caracallae

Inventario

Numero inventario: S-CL2240_4863
Inventario matrice: M-1221_16
Collocazione: Calcografia; campionario 68

Autori

Incisore: Lauro Giacomo (notizie 1583/ 1645 )
Ambito culturale: italiano

Soggetto

Identificazione: Roma, Via Appia, Circo di Caracalla (Massenzio, S. Sebastiano, Tomba di Ccilia Metella
Titolo proprio: Circi Antonini Caracallae (da stampa)
Serie: COLLECTIO ANTIQUITATUM URBIS UNA CUM ALIJS RECENTIORIBUS

Cronologia

Datazione: Sec. XIX (ultimo quarto)

Dati tecnici

Misure: mm. 183 x 242
Misure foglio: mm. 479 x 640
Materia e tecnica: acquaforte/bulino
Stato di conservazione: buono

Iscrizioni

Iscrizioni: In alto: «CIRCI ANTONINI CARACALLAE»
In basso: «A. Vestigia Circi Antonini Caraccalla Imp. (is) iuxta via Appiam B. et templu S.Sebastiani circus iste longus est cannas 223 et latus 33 hodie uisi: tur in hac forma, et in medio C. estat pyramis in partes affracta hodie est faenile olim uero ibi varij ludi et venationes agif ab anfur et spectari solebant gladitaores prope hunc circum ad signum D.cernitur sepulcrum Ceciliae Metelli, ut uidere ex inscriptione, ex marmore albo et elaborato com bovinis capitibus, et alijs trophaeis, unde nunc vulgo nominatur locus iste capo di bove, quem iuxta videntur multa vestigia veteru aedifucior et si credimus Marliano ibidem fuit et castellu custoridiaru Praetorianu ad signum E. visitur et ruina templi Martis».

Editori/Stampatori

Editore: Calcografia Camerale (attiva Roma 1738/ 1870)
Luogo e data di edizione: Roma (?)

Osservazioni:

Osservazioni: L'attività artistica di Giacomo Lauro-uno dei maggiori incisori antiquari del Seicento (Ashby, 1915)-si basa per la maggiore sullo studio e la riproduzione dei monumenti antichi. Tale sezione rappresenta, infatti, una cospicua parte dell'attività del corpus incisorio del maestro prodotto perlopù a Roma a partire dall'ultimo quarto del XVI secolo. Di particolare importanza per la fama dell'artista e per la conoscnza dei monumenti romani, la serie di 166 tavole su Roma antica, iniziata nel 1586 e stampata con il titolo di Antiquae Urbis Splendor. 
I primi due libri furono pubblicati a Roma presso Vitale Mascardi tra il 1610 e il 1614, e risultano  dedicati a Sigismondo III Vasa e a Carlo Emanuele I di Savoia, e comprendono novantanove tavole con i monumenti più rappresentativi della Roma antica. La prefazione reca l'indicazione di 28 anni per la preprazione del materiale. Questi due libri furono dedicati all'aristocrazia polacca in irtù del rapporto di patrocinio ottenuto in seguito all'incisione Pianta di una battaglia tra il re di Polonia e i ribelli nel 1605. Il terzo libro intitolato Antiquae Urbis splendoris complementum fu dedicato a Ranuccio Farnese e fu pubblicato nel 1615 accompagnato, nel 1628, dal quarto che du dedicato a Maurizio di Savoia con il titolo  Antiquae Urbis vestigia quae nunc extant. Quest'ultima sezione, pur contenendo ancora vedute e monumenti della città antica, reca incisioni con i più significativi edifici (palazzi, basiliche, ville) realizzati in epoca moderna. Alla prima edizione seguirono numerose e seguitissime altre ristampe. Tra queste si segnalano  quella del 1625 - realizzata in occasione del giubileo e corredata dalla traduzione in italiano, tedesco e francese del testo latino - e quella del 1637 ancora presso il Mascardi.
Nel 1699 la calcografia di Domenico De Rossi pubblicò in una nuova veste tipografica la serie, suddividendola in due distinte parti: quella dedicata ai monumenti di Roma antica (Romanae magnitudinis monumenta) e quella recante le vedute e gli edifici della città moderna (Collectio antiquitatum Urbis). In entrambe, le incisioni del Lauro  costituiscono una cospicua parte accanto alle vedute di altri incisori. Dopo le ristampe, le matrici possedute dalle note botteghe romane dei De Rossi confluirono nella calcografia camerale e, successivamente, nelle raccolte dell'Istituto.
Nella tavola 16, il Lauro riproduce il Circo di Massenzio (anche detto di Caracalla per via di un’errata credenza), uno dei circhi meglio conservati dell’antichità romana, presentandoci il monumento così come doveva apparire attorno alla fine del XVI secolo. Si tratta di un grande complesso residenziale, originariamente edificato come la Villa di Massenzio situato all’interno di un’area che accoglie anche il mausoleo noto col nome di Tomba di Romolo (dal nome del giovane figlio dell’imperatore, morto nel 309 d.C.), gli ambienti del palazzo imperiale e il circo per le corse dei cavalli. L'arena di Massenzio, costituendo un'unità strutturale con palazzo e mausoleo, presenta notevoli dimensioni che permettevano una considerevole capienza. Dell’impianto si conservano le due torri che si ergevano ai lati dei dodici stalli da cui partivano i cavalli, le gradinate rivestite di marmi e travertino e la spina, intorno alla quale i carri compivano i giri della corsa. Il centro del circo era ornato dall'obelisco di Domiziano, recuperato nel 1651 da Gian Lorenzo Bernini e posizionato sulla fontana dei fiumi al centro di piazza Navona. Dell'ingresso principale resta l'arco che ancora oggi si apre nel lato curvo vicino alla Caffarella. Qui furono scoperti nel 1825 i frammenti con la dedica a Valerio Romolo, figlio di Massenzio, che consentirono di identificare il complesso. Nell'incisione l'autore indica, numerandole, alcune tra le più importanti emergenze monumentali dell'Appia: la Chiesa di San Sebastiano il Musoleo di Cecilia Metella. 

Per questo esemplare si propone un datazione tarda, in linea con la cronologia dell'attività della Calcografia Camerale che stampò il l'incisione a partire dalla matrice seicentesca.

Bibliografia

  • Ashby T., Un incisore antiquario del seicento, in "La Bibliofilia", XXVIII, 1927, pp. 453-60  
  • Ashby T., Un incisore antiquario del Seicento (seconda parte), in “La Bibliofilía”, 28, 12, marzo, pp. 453-460  
  • Bury M., The Print in Italy 1550-1625, British Museum, London 2001, p.22
  • Del Pesco D., Una fonte per gli architetti del barocco romano: l’Antiquae urbis splendor di Giacomo Lauro, in "Studi di storia dell’arte in memoria di Mario Rotili", [1], Banca Sannitica, Napoli 1984, pp. 413-436.
  • Del Pesco D., Dai templi alle basiliche: le due Rome di Giacomo Lauro (1625), in "Roma sancta", 1985, pp. 276-278
  • Del Pesco D., Borromini e la Roma antica di Giacomo Lauro , in "Francesco Borromini", 2000, pp. 284-296
  • Di Callisto L., Lauro Giacomo, in Dizionario Biografico degli italiani, v.64, 2005
  • Grelle Iusco A., Indice delle stampe… De' Rossi. Contributo alla storia di una stamperia romana, Roma 1996
  • Jurkowlaniec, G., Early engravings by Giacomo Lauro published by Claudio Duchetti, In"Print quarterly", V.37, n.1, 2020
  • Petrucci C.A., Catalogo generale delle stampe tratte dai rami incisi posseduti dalla Regia Calcografia di Roma, 1221, p. 123, 1934
  • Thieme U., Becker F., Künstlerlexikon, XXII, p. 460

Condizione giuridica

Condizione giuridica: Ministero per i Beni e le Attività Culturali

Fonti e documenti di riferimento

Immagine: 10337
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