Piranesi Giovanni Battista

Mogliano Veneto (?), 1720 - Roma, 1778

[Camino con parafuoco decorato con i segni dello Zodiaco]

Inventario

Numero inventario: M-1400_899a
Inventario storico di categoria: 1400/899a
Nuovo inventario di categoria: 11573
Stampa corrispondente: S-CL2418_19615
IVS2: CL54744_14468
Collocazione: Calcoteca

Autori

Incisore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Disegnatore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Inventore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)

Soggetto

Titolo proprio: [Camino con parafuoco decorato con i segni dello Zodiaco]
Serie: Diverse maniere d'adornare i cammini...
Denominazione raccolta: Firmin Didot (Piranesi)

Oggetto

Definizione: matrice incisa

Cronologia

Datazione: 1769 (Sec. XVIII)

Dati tecnici

Materia e tecnica: Acquaforte su rame con interventi a bulino;
Misure: mm 252 x 396; spess. 1,2-1,7

Iscrizioni

Iscrizioni: In basso a destra, inciso leggero a puntasecca: XXIX
In basso a destra: Cavalier Piranesi inv. e inc.
In basso a sinistra: 899.a / 44

Osservazioni:

Osservazioni: Una prima idea per questo camino si ha in un disegno a sanguigna, penna e inchiostro bruno conservato alla Pierpont Morgan Library di New York (inv. 1966.11:64): lo studio preparatorio per la metà sinistra dell'architettura ancora non prevedeva l'inserimento degli ippocampi. Anche l'elemento della greca che percorre a fregio continuo architrave e stipiti non era stato elaborato da Piranesi all'epoca dello schizzo, mentre nella versione finale a stampa esso evidenzia la classica semplicità del progetto e raccorda la struttura col resto degli ornati. Il piatto ed elegante grafismo della greca è arricchito, immediatamente sopra l'architrave, da soluzioni di più accentuata plasticità: una coppia di ampie volute che convergono sull'asse di simmetria del camino, dove è raffigurato un mascherone alato, al centro delle quali fanno la loro comparsa figure mitologiche di cavalli marini come se ne ritrovano nella pittura romana delle ville di Ercolano e Pompei. Un richiamo alla mitologia del mare si ha anche sopra la cornice, ai lati dello specchio, dove sono rappresentate lotte di tritoni.
Sugli angoli del camino emergono due grandi teste di Giove Ammone, le cui corna fanno da contrappunto alle volute del capitello sovrastante. Alla base degli stipiti cigni dal collo ritorto, che ricordano quelli dei bassorilievi dell'Ara Pacis, sostengono un festone.
I motivi decorativi della greca e del cigno troveranno ampia applicazione negli arredi tra la fine del Settecento e i primi decenni dell'Ottocento. Battaglia ravvede in questo camino una delle massime manifestazioni di raffinatezza nella raccolta dei Camini, ritenendo che proprio la fredda e nitida luminosità impressa in questo lavoro piranesiano siano l'espressione del nascente gusto neoclassico (Battaglia 1994, pp. 245-247). All'interno del disco del parafuoco viene inserita dall'autore una forma di stella a sei punte, derivante dalla sovrapposizione di due triangoli. Marletta (2016, pp. 133-143) sostiene che Piranesi possa aver avuto come riferimento la pianta borrominiana del Sant'Ivo alla Sapienza, già a sua volta reinterpretata come modello per la pianta di uno degli edifici che compongono la grande Ichnographia del Campo Marzio (Mariani 2017, cat. 108). Lo studioso riconduce criticamente questa forma al simbolismo massonico che associava l'arte della geometria all'ars regia, in grado di rivelare attraverso le numerazioni le leggi divine dell'universo. Il riferimento cosmologico sarebbe enfatizzato in questo caso anche dalla presenza dei segni zodiacali a contorno. All'interno della stella con segni zodiacali è rappresentato il carro di Apollo, che Piranesi criticamente inserisce tra i Monumenti Etrusci (si veda l'Indice de' Monumenti Etrusci alla fine del Ragionamento Apologetico, riferito alla Tavola I nel testo, nn. 101 e 111).
Profondi e puntiformi ritocchi a bulino, concentrati nelle zone tra le teste di Giove Ammone e i cigni, impreziosiscono la superficie della matrice incisa all'acquaforte. La seconda cifra 4 che compone il numero di tavola 44 è incisa su abrasione: nelle prime edizioni BAV, R.G. Arte Archeologia e GNAM la stampa era numerata 46.
Da notare in basso a destra, inciso leggero a puntasecca, il numero romano XXIX, che non esiste nelle edizioni settecentesche consultate e si evidenzia invece nell'edizione Firmin Didot (1836; per una possibile interpretazione di questo riferimento inciso).

Bibliografia

  • Petrucci, 1953, p. 291, n. 899a, tav. 44  
  • Focillon, 1967, p. 356, n. 905
  • Wilton-Ely, 1994, p. 928, n. 855
  • Ficacci, 2000, 535, n. 667.
  • MISITI, Maria Cristina; SCALONI, Giovanna (ed.), Giambattista Piranesi: sognare il sogno impossibile, Istituto Centrale per la Grafica, Roma, 2022, libro multimedia.  

Condizione giuridica

Condizione giuridica: Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali
Provenienza: Acquisto

Compilazione

Compilatore: Giovanna Scaloni
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