Piranesi Giovanni Battista

Mogliano Veneto (?), 1720 - Roma, 1778

Dimostrazione in grande del criptoportico

Inventario

Numero inventario: M-1400_504d
Inventario storico di categoria: 1400/504d
Nuovo inventario di categoria: 11130
Stampa corrispondente: S-CL2410_19190
IVS2: CL54511_14235
Collocazione: Calcoteca

Autori

Incisore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Disegnatore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)

Soggetto

Titolo proprio: Dimostrazione in grande del criptoportico
Serie: Di due spelonche ornate dagli antichi
Denominazione raccolta: Firmin Didot (Piranesi)

Oggetto

Definizione: matrice incisa

Cronologia

Datazione: 1762 (Sec. XVIII)

Dati tecnici

Materia e tecnica: Acquaforte su rame con interventi a bulino;
Misure: mm 191 x 292; spess. 1,7-2,0

Iscrizioni

Iscrizioni: In alto a destra: Tav. XII.
In basso a destra: 504d
Nel cartiglio in basso al centro: Dimostrazione in grande del criptoportico / accennato nella Tav. IX. Con la lettera C. / Piranesi F.

Osservazioni:

Osservazioni: Vedi scheda M-1400_504c. L'immagine incisa nella tavola XI riproduce, da un punto di vista opposto e più ravvicinato, il particolare esterno del criptoportico raffigurato nella tavola IX, con in primo piano i contrafforti costruiti per fermare il crollo della volta a botte; in lontananza si vede il resto della terrazza mediana. Anche le due coppie di finestre aperte all'interno delle prime due arcate non sono originali.
L'interno del criptoportico è invece rappresentato nella tavola XII che chiude la serie. Una parte di esso, quella in primo piano, e probabilmente così era anche la porzione crollata, aveva la volta a botte con i lacunari in stucco, dei quali si conservano ancora delle tracce, e prendeva luce da grandi finestre in parte interrate. Il secondo tratto aveva la volta a botte liscia e riceveva la luce dall'alto attraverso aperture create nella volta stessa. Le pareti erano dipinte e il pavimento era rivestito con lastre di marmo (von Hesberg in Speciale 1979, p. 72, cat. 22).
L'incisione eseguita da Piranesi mostra un criptoportico molto simile a quello che appare oggi, nonostante all'epoca non fosse stato del tutto scavato. In quest'opera non si riscontra l'uso di una prospettiva dilatata, come era solito fare l'artista, forse per evitare che la veduta perdesse quell'effetto tenebroso che caratterizza il criptoportico. In primo piano si vede la parte meno illuminata e, man mano, cresce la luminosità che diventa molto intensa in fondo, nella parte finale della scala. Nell'insolito ambiente le persone sono concentrate soprattutto in primo piano, forse impegnate a passeggiare, conversare oppure a compiere altre attività di lavoro o di svago.
Entrambe le matrici qui esaminate sono eseguite con acquaforte a morsure multiple e molti interventi di bulino. I primi piani, dove sono le parti più scure, presentano delle morsure molto ampie e dei segni realizzati con bulini dalle punte con sezione molto larga. Anche dal punto di vista stilistico le parti in primo piano sono le più riuscite, senz'altro dovute ad interventi del maestro Piranesi.

Bibliografia

  • Petrucci, p. 271, 1953, n. 504d, tav. 12  
  • Focillon, 1967, p. 317, n. 504
  • Wilton-Ely, 1994, p. 693, n. 637
  • Ficacci, 2000, p. 449, n. 557.
  • MISITI, Maria Cristina; SCALONI, Giovanna (ed.), Giambattista Piranesi: sognare il sogno impossibile, Istituto Centrale per la Grafica, Roma, 2022, libro multimedia.  

Condizione giuridica

Condizione giuridica: Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali
Provenienza: Acquisto

Compilazione

Compilatore: Giovanna Grumo
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