Piranesi Giovanni Battista

Mogliano Veneto (?), 1720 - Roma, 1778

Scenographia Reliquiarum porticus Septorum Iuliorum

Inventario

Numero inventario: M-1400_439b
Inventario storico di categoria: 1400/439B
Nuovo inventario di categoria: 11038
Stampa corrispondente: S-CL2407_19105, S-FC101100
Collocazione: Calcoteca

Autori

Incisore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Disegnatore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Inventore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)

Soggetto

Titolo proprio: Scenographia Reliquiarum porticus Septorum Iuliorum
Serie: Campus Martius Antiquae Urbis
Denominazione raccolta: Firmin Didot (Piranesi)

Oggetto

Definizione: matrice incisa

Cronologia

Datazione: 1762 (Sec. XVIII)

Dati tecnici

Materia e tecnica: Acquaforte su rame con interventi a bulino, lastra acciaiata;
Misure: mm 219 x 409; spess. 1,6-1,9

Iscrizioni

Iscrizioni: In alto a destra: Tab. XXV.; a sinistra: 439
In basso a destra: Piranesi F.; a sinistra: Vide indicem ruinar. num. 52. 53.; al centro: Scenographia Reliquiarum porticus Septorum Iuliorum. A. Constructio porticui posterior. / B, C, D Visuntur in aedibus Pamphiliorum. E, F, G, H, I, in hypogeis templi Sanctae Mariae in Via Lata.

Osservazioni:

Osservazioni: Come già evidenziato (cfr. cat. 115) Piranesi collocava gli avanzi dei Saepta Iulia in parte sotto la chiesa di Santa Maria in Via Lata e in parte sotto Palazzo Doria Pamphili su via del Corso. Solo nel 1934 l'archeologo Guglielmo Gatti rettificò questa indicazione ubicando i Saepta a ridosso del Pantheon, nel muro di mattoni a est del tempio.
Le rovine che l'autore colloca in questa tavola sotto la via Lata (via del Corso) e presso Palazzo Pamphili sono relative a un'insula adibita ad abitazioni o edificio pubblico (magazzini o botteghe), diviso al piano terra da quattro file di pilastri in blocchi di travertino che sostengono volte a crociera, a creare un ambiente porticato a tre navate (largo in totale circa 28 metri – con la navata centrale o grande galleria ampia 14 metri, il doppio delle laterali - alto 10 metri e con volte a crociera) la cui costruzione risale al periodo adrianeo (I sec. d.C.). All'inizio del IV secolo la galleria fu suddivisa da muri in laterizio in ambienti minori di pianta quadrata; queste murature sono ben visibili nell'incisione tra i pilastri a blocchi di travertino (per la bibliografia più recente sull'argomento cfr. Valenti, 2001).
Come di consueto in questa opera Piranesi non tiene conto degli edifici moderni che sovrastavano già al tempo questi sotterranei, offrendo una ricostruzione ideale di quella porzione di tessuto urbano.
La figura maschile in ombra in basso a sinistra sulla matrice trova precisa corrispondenza stilistica in opere precedenti dell'autore, come già evidenziato nelle Antichità Romane (cfr. Scaloni in Mariani, 2014, cat. 120).
Per quanto concerne l'acciaiatura sulla superficie della matrice si veda il contributo di Ghedin in Mariani (2010, p. 19).

Bibliografia

  • Petrucci, 1953, n. 439b, tav. 25, p. 267  
  • Focillon, 1967, n. 456, p. 314
  • Wilton-Ely, 1994, n. 587, p. 641
  • Ficacci, 2000, n. 509, p. 413.
  • MISITI, Maria Cristina; SCALONI, Giovanna (ed.), Giambattista Piranesi: sognare il sogno impossibile, Istituto Centrale per la Grafica, Roma, 2022, libro multimedia.  

Condizione giuridica

Provenienza: Acquisto

Compilazione

Compilatore: Giovanna Scaloni
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