Osservazioni:

Osservazioni: Lo stato attuale della matrice corrisponde alla elaborazione finale del frontespizio per la seconda edizione della serie pubblicata nel 1750 da Bouchard in “Opere Varie” e, a parte l'incisione del numero arabo, tale doveva essere lo stato del rame al momento dell'ingresso presso la Calcografia Camerale nel 1839.
Le numerose abrasioni, reincisioni e ritocchi, rilevati su larghe porzioni della figurazione sono testimonianza tangibile delle diverse modifiche fatte alla matrice dalla data della sua prima edizione (1743).
Il successivo confronto incrociato tra il rame inciso e i diversi esemplari a stampa ha confermato gli evidenti cambiamenti di stato apportati all'inciso.
Lungo i quattro margini della lastra si nota l'abrasione della cornice rettangolare, come compariva nel primo stato del frontespizio, di cui permane un leggero tracciato. Sulla lapide vi sono residui delle lettere capitali O di VENEZIANO e E di GIOBBE che, per dimensione, tipo del carattere e posizione sono da considerare appartenenti al secondo stato del frontespizio recante la scritta Prima Parte / di Architetture,/ e Prospettive/ inventate, ed incise / da GiamBATISTA Piranesi/ Architetto Veneziano/ FRA GLI ARCADI/ SALCINDIO TISEIO/ dedicate /al Sig. Nicola Giobbe; un esemplare sciolto di questo secondo stato è conservato presso il British Museum di Londra (Hind, 1922, p. 75; Robison 1986, p. 67). L'aggiunta della qualifica di arcade è conseguente all'ammissione di Piranesi nell'Arcadia romana, avvenuta probabilmente per intercessione del Bottari alla fine del 1744, di ritorno dal suo primo viaggio a Venezia (Bevilacqua p. 271 ma già Garms, 1978, p. 23). La porzione di matrice corrispondente alla lapide risulta ulteriormente abrasa per la successiva modifica di tutto il testo, compresa la rimozione della dedica a Nicola Giobbe.
Ulteriori abrasioni, nuovi segni e trame grafiche incise a bulino e ad acquaforte sono riscontrabili in corrispondenza dell'elmo nel clipeo sull'obelisco in primo piano (abraso e reinciso); degli alberi nella parte superiore della lastra (abrasi e reincisi); del tempio sullo sfondo con l'aggiunta di figure che passeggiano sulle rovine; del busto davanti alla lapide modificato e affiancato da due personaggi delineati ad acquaforte. Tali elaborazioni testimoniano i molteplici interventi operati dell'autore nel corso degli anni che separano l'edizione del 1743 da quella del 1750 in Opere Varie.
Sul verso della lastra sono visibili segni graffiti identificabili come un 3 e una X.

[Dalla matrice, acciaiata in passato per consentire nuove tirature, è stata rimossa l'acciaiatura. L'analisi ottico-microscopica, condotta all'interno del laboratorio diagnostico dell'Istituto Nazionale per la Grafica, ha evidenziato residui di acciaiatura nei segni incisi rimossi nel corso dell'ultimo restauro (2009). Sul verso bruciature da acido, corrosione intergranulare e corrosione stratificata].