Piranesi Giovanni Battista

Mogliano Veneto (?), 1720 - Roma, 1778

Iscrizione del Mausoleo di Cajo Cestio

Inventario

Numero inventario: M-1400_154
Inventario storico di categoria: 1400/154
Nuovo inventario di categoria: 10628
IVS2: CL54242_13965
Collocazione: Calcoteca

Autori

Incisore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Disegnatore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Inventore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)

Soggetto

Titolo proprio: Iscrizione del Mausoleo di Cajo Cestio
Serie: Le antichità romane
Denominazione raccolta: Firmin Didot (Piranesi)

Oggetto

Definizione: matrice incisa

Dati tecnici

Materia e tecnica: Acquaforte su rame con ritocchi a bulino;
Misure: mm 408 x 272, spess. 1,6-1,9

Iscrizioni

Iscrizioni: In alto a sinistra: 154
In alto a destra: XLI
In basso: A Iscrizione del Mausoleo di Cajo Cestio, la qual'è situata nella Facciata della Piramide verso Levante / i quali cingendo tutto all'intorno il gran Masso formano la superficie esterna della Piramide. C Masso / ta giorni, tempo prescritto dal Defonto nel testamento, come usavasi in que' tempi. Nel qual termine sì breve / colo passato da Papa Alessandro VII. Per lo contrario per essere bene concatenati non patirono simil
Sotto a destra: Piranesi Archit. dis. ed inc.
Sul verso della matrice: 154 graffito
(Il testo dell'iscrizione si completa con quanto riportato nella scheda della matrice precedente, 1400_153)

Osservazioni:

Osservazioni: Il monumento funebre (LTUR, Sepulcrum C. Cestii, pp. 278-279), che sorge sull’attuale via Ostiense, è identificato come sepolcro di C(aius) Cestius L(uci) f(ilius) Pob(li atribus) epulo pr(aetor) tr(ibunus) pl(ebis)/ VIIvir epulonum (CIL VI 1374a) dall’iscrizione ripetuta sui lati E e O. Sul lato E, una terza iscrizione informa che l’edificio fu realizzato secondo le disposizioni testamentarie del defunto in trecentotrenta giorni (opus absolutum ex testamento diebus CCCXXX, arbitratu (L.) Ponti P. f. Cla (udia tribu), Melae heredis et Pothi l(iberti), CIL VI 1374b). L’iscrizione incisa sulle basi delle due statue commemorative in bronzo, i cui resti furono ritrovati durante gli scavi voluti da Alessandro VII, precisa, infine, che queste vennero donate dagli eredi ed esecutori testamentari di Caio Cestio, il fratello Lucio Cestio e Marco Vipsanio Agrippa (morto nel 12 a.C.), i quali in conformità alle disposizioni della lex Iulia sumptuaria del 18 a.C. non avevano potuto deporre nel sepolcro i pregiati arazzi appartenuti al defunto. E’ questa informazione annota Piranesi, che fornisce i termini entro i quali datare la costruzione della piramide, tra il 18 a.C. e il 12 a.C. Il dedicatario del monumento funebre, Caio Cestio, appartenne al collegio dei septemviri epulones (vedi l’iscrizione ripetuta sui lati E e O, di cui sopra) e può forse essere identificato con un Cestius, pretore nel 44 a.C, menzionato da Cicerone (RE III Cestius 2, Cestius 3; Cic. Phil. 3.26, Flacc. 31, Att. 5.13.1).
L’edificio, incorporato nella cinta muraria eretta dall’imperatore Aureliano tra il 272 e il 279, era noto nel Medioevo come Meta Remi (la cosiddetta Meta Romuli nel rione Borgo di Roma, così come due piramidi situate in Piazza del Popolo, fu distrutta prima del XVI secolo); tra il 1662 e il 1663 fu scavata e restaurata per volere di Alessandro VII (interventi di cui rimane memoria in una iscrizione ripetuta sui lati E e O), mentre un cunicolo che dal lato N scendeva verso la cella funeraria fu scavato in epoca ignota, probabilmente da ladri che depredarono la camera sepolcrale portando via l’urna cineraria (cat. 186, lett. D in didascalia).
La Piramide di Caio Cestio era già stata raffigurata da Piranesi in una veduta giovanile raccolta nelle Varie vedute edite a Roma da Fausto Amidei dal 1745 al 1750 e da Bouchard nel 1752, e due volte compare nelle Vedute di Roma. Nell’ambito delle Antichità Romane egli torna su questo soggetto con un’indagine scientifica, approfondita e dettagliata, alla quale dedica una serie di nove tavole. Il gruppo principia con questa veduta d’insieme del monumento sepolcrale, che dà conto della misura e della collocazione spaziale nel corpo delle mura aureliane (cat. 182), mentre in una grande tavola, composta di due matrici (catt. 183 e 184) vengono prese in analisi le iscrizioni delle facciate (l’iscrizione relativa al dono degli eredi testamentari, conservata ai Musei Capitolini, è raffigurata in una ulteriore tavola, assieme ai frammenti perduti di una statua raffigurante il defunto e delle colonne restaurate in occasione dell’intervento di Alessandro VII, cat. 185).
Nell’esame della matrice con Veduta della Piramide Cestia si riscontrano i caratteri tecnico-stilistici della lavorazione ad acquaforte e ritocchi a bulino individuati nelle altre vedute di questo tipo contenute nell’opera e da ritenersi autografe. Numerosi graffi attraversano orizzontalmente il tracciato delle nuvole al di sopra delle mura, già riscontrabili nell’esemplare a stampa della Biblioteca Corsiniana e da ritenersi precedenti alla figurazione stessa. Interventi a bulino sono particolarmente evidenti nel brano di mura in ombra a destra della piramide, sul profilo dell’edificio privato che funge da quinta scenica. Piccoli interventi a tecnica diretta arricchiscono le variazioni tonali delle nuvole. Per quanto riguarda le matrici che costituiscono la tavola XLI (cat. 183 e 184), non si rilevano anomalie o particolarità tecniche nella realizzazione ad acquaforte con ritocchi a bulino concentrati nella fascia in ombra al di sotto dell’iscrizione superiore.

Bibliografia

  • Petrucci, 1953, n. 1440/154, tav. 41b, p. 249  
  • Focillon, 1967, n. 323, p. 308
  • Wilton-Ely, 1994, n. 456, p. 509
  • Ficacci, 2000, n. 313, p. 276.
  • MISITI, Maria Cristina; SCALONI, Giovanna (ed.), Giambattista Piranesi: sognare il sogno impossibile, Istituto Centrale per la Grafica, Roma, 2022, libro multimedia.  

Condizione giuridica

Condizione giuridica: Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali
Provenienza: Acquisto

Compilazione

Compilatore: Mariasole Garacci
Condividi quest’opera

Altre opere in collezione


Nella Banca Dati dell’Istituto sono confluiti dati e informazioni della catalogazione informatizzata effettuata su tutto il patrimonio, a partire da una massiva schedatura realizzata agli albori dell’era tecnologica nel biennio 1987-89, che ha interessato l’intera consistenza delle collezioni di stampe. Si sono succeduti nel tempo vari interventi, rivolti a catalogare i vari settori del patrimonio (stampe, disegni, matrici, fotografie, grafica contemporanea). Non abbiamo a disposizione descrizioni complete per tutte le opere, stiamo lavorando per aggiornare le nostre schede, ma consideriamo questa banca dati come uno strumento che ci permetterà nel tempo di ampliare e approfondire le informazioni che sono già contenute, mettendo a disposizione degli studiosi e dei visitatori il frutto dei nostri studi e ricerche.

© 2020-2024. Istituto Centrale per la Grafica. Via della Stamperia 6, 00187 Roma
Note legali: Tutti i diritti sui cataloghi, sulle immagini, sui testi e/o su altro materiale pubblicato su questo sito sono soggetti alle leggi sul diritto di autore.
Per usi commerciali dei contenuti contattare l'Istituto: ic-gr@cultura.gov.it


Real Academia de Bellas Artes de San Fernando
Questa banca dati è stata realizzata nell’ambito di una collaborazione dell’Istituto Centrale per la Grafica con la Reale Accademia di Belle Arti di San Fernando (Madrid, Spagna), che ha gentilmente fornito il software necessario al suo funzionamento e alla gestione dei contenuti