Anonimo del XVI secolo

copia da Cambiaso Luca

Moneglia, 1527 - El Escorial, 1585

L'incontro tra Numa Pompilio e la ninfa Egeria al fonte, nel borsco sacro

Inventario

Numero inventario: D-FC125865
Numero precedente: FC125865
Collocazione: Biblioteca Corsini; Gabinetto Disegni e Stampe, Fondo Corsini; Fondo Corsini; scatola; 31

Autori

Autore: Anonimo del XVI secolo
Autore opera originale: Cambiaso Luca (1527/ 1585)

Soggetto

Identificazione: L'incontro tra Numa Pompilio e la ninfa Egeria al fonte, nel borsco sacro
Fondo: Fondo Corsini

Oggetto

Definizione: disegno

Cronologia

Datazione: post 1565 (XVI secolo)

Dati tecnici

Misure: mm. 234 x 350
Materia e tecnica: penna inchiostro colorato

Osservazioni:

Osservazioni: Nella seconda metà del XVI secolo il lessico figurativo di Luca Cambiaso è al sevizio della committenza aristocratica genovese mediante imprese decorative in grandi spazi residenziali. Tra le più note famiglie, i Cattaneo si rivolgono al celebre artista promuovendo-attorno al 1565-la decorazione ad affresco della volta del salone centrale di Villa imperiale di Terralba a Genova. Il ciclo decorativo scelto dalla committenza riguarda l’antica storia romana, più precisamente gli episodi legati all'ambito narrativo del Ratto delle Sabine. Tale scelta si può spiegare con la volontà di Cattaneo-sulla scorta di un atteggiamento diffuso tra le cerchie genovesi-di manifestare un collegamento con la cultura romana e quindi con il palinsesto di storie e leggende legate alle origini della città. In una delle migliori prove del genovese nel fecondo periodo 1550-1570, la grande scena centrale con Il Ratto delle Sabine è affianca da altri sei episodi di minori dimensioni, arricchiti-agli angoli-da figure allegoriche. Tra gli episodi legati al re Numa Pompilio, l’incontro con la ninfa Egeria rappresenta il tema di questo disegno appartenente alla seconda metà del XVI secolo. L’opera fu pubblicata per la prima volta da Luigi Grassi (1947) che-qualificandola erratamente come scena ariostesca-ne metteva in risalto le analogie con il riquadro della Villa Imperiale e con i caratteri grafici del Cambiaso a queste date. Gli studi di Suida e Manning (1958) propendono nel giudicare il disegno come preparatorio per l’affresco, annoverandolo tra gli altri sei disegni realizzati per le scene tratte da Tito Livio. Tuttavia, un confronto accurato con tali disegni-soprattutto con il Ratto delle Sabine al British Museum-ha indotto ulteriori analisi (Fusconi, 1980) a ipotizzare una derivazione da un originale non noto del Cambiaso realizzata da un anonimo artista, forse appartenente alla cerchia del genovese. Ad avvalorare tale ipotesi contribuisce soprattutto la debolezza del segno,affatto comune tra le altre prove grafiche del periodo, soprattutto agli altri disegni preparatori degli affreschi di Villa Imperiale (ai quali probabilmente appartiene il modello originale non rintracciato). Il foglio fa parte di una sezione di disegni genovesi un tempo proprietà del cardinale Neri Corsini jr. che-in quanto abilissimo collezionista- riuscì,forse tramite Carlo Giuseppe Ratti (Fusconi, 1980), ad entrare in contatto con gli influenti collezionisti liguri che potevano vantare opere di tale valore. Questo maeriale, presente nel Fondo Corsini dell’Istituto, risulta raccolto in due volumi che contengono, accanto ai fogli genovesi, disegni dalle molteplici provenienze. All’interno del volume 157 G 9, tra i numerosi studi di Luca Cambiaso e della bottega, figura il presente che si rifà ad uno dei momenti topici legati alle vicende narrate da Tito Livio.
L’incontro del Re Numa Pompilio con Egeria avvenne secondo lo storico all’interno del bosco sacro, in quello che attualmente risulta uno dei tratti più caratteristici della Via Appia: il parco della Caffarella. Le fonti antiche tramandano l’abitudine del re di passeggiare da solo per i boschi che circondavano la capitale per pensare ai provvedimenti che il suo ruolo comportava. Proprio quei luoghi sarebbero stati abitati dalla Ninfa Egeria che, attratta dallo spirito religioso e saggio di Numa, sarebbe diventata sua consigliera e poi la sua sposa. Il re, da parte sua, avrebbe accolto gli insegnamenti della donna indicati da Livio come fondamento di un governo illuminato su Roma. Alla morte del sovrano la Ninfa si sarebbe sciolta in lacrime, dando vita alla fonte che ancora oggi porta il suo nome.
 

Conservazione

Stato di conservazione: discreto (macchie)

Condizione giuridica

Condizione giuridica: Proprieta' Ente pubblico non territoriale; Proprieta' dell'Accademia dei Lincei
Provenienza: deposito; Accademia dei Lincei; 1895

Fonti e documenti di riferimento

Documentazione fotografica: Documentazione allegata; 3006825

Bibliografia

  • Fusconi G., Disegni genovesi dal XVI al XVIII secolo dalle collezioni del Gabinetto Nazionale delle Stampe. Catalogo della mostra, De Luca Editore, Roma, 1980, pp. 21-22
  • Grassi L., Storia del disegno. Svolgimento del pensiero critico e un catalogo, Roma, 1947, t. XLII, p.131, n. 44
  • Suida W., Suida Manning B., L. C la vita e le opere, Milano 1958

Mostre

  • Disegni genovesi dal XVI al XVIII secolo dalle collezioni del Gabinetto Nazionale delle Stampe. Roma, 1 Ottobre - 20 Novembre 1980
  • Disegni genovesi dal XVI al XVIII secolo dalle collezioni del Gabinetto Nazionale delle Stampe. Genova, 26 Giugno - 21 Settembre 1980
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