Piranesi Giovanni Battista

Mogliano Veneto (?), 1720 - Roma, 1778

Pianta di alcune Camere sepolcrali scoperte l'anno 1751

Inventario

Numero inventario: M-1400_97a
Inventario storico di categoria: 1400/97a
Nuovo inventario di categoria: 10554
Stampa corrispondente: S-CL2394_18684
IVS2: CL16096
Collocazione: Calcoteca

Autori

Incisore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Disegnatore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)

Soggetto

Titolo proprio: Pianta di alcune Camere sepolcrali scoperte l'anno 1751
Serie: Le antichità romane
Denominazione raccolta: Firmin Didot (Piranesi)

Oggetto

Definizione: matrice incisa

Cronologia

Datazione: 1751-1756 (Sec. XVIII)

Dati tecnici

Materia e tecnica: Acquaforte su rame;
Misure: mm 331 x 210, 1,2-1,4

Iscrizioni

Iscrizioni: In alto a sinistra: 97 XLVIII; in alto a destra: Tom. II.

Osservazioni:

Osservazioni: Didascalia su matrice separata M-1400_97b.
Fuori da Porta Salaria furono rinvenute nel 1751 alcune camere sepolcrali (Lanciani, VI, 2000, p. 146) delle quali Piranesi fornisce in questa tavola le piante, nelle tavole successive rappresenta gli oggetti trovati all'interno e le lapidi con le iscrizioni dei soldati pretoriani collocate di fronte all'ingresso del sepolcro (catt. 127-133).
Le camere della Villa de' Cinque sono ricordate da Monferini (1967, p. 299) tra i sepolcri antichi scoperti alla metà del secolo, attorno ai quali confluiva l'attenzione di antiquari e eruditi. Secondo la studiosa l'assenza delle illustrazioni relative a queste camere nella pubblicazione di Piranesi Camere sepolcrali degli antichi Romani – senza data - potrebbe essere considerata prova del fatto che tale pubblicazione preceda, anche se di poco tempo, la scoperta delle sepolture riferita all'anno 1751: l'edizione delle tavole piranesiane viene datata da Monferini, in accordo con Hind (1922, pp. 81-83), al 1750 circa; mentre Bevilacqua estende la datazione al 1750-1752 (Bevilacqua 2008, p. 273).
Le camere furono demolite subito dopo la loro scoperta, pertanto l'opera dell'autore documenta un frammento di storia romana non più ricostruibile.
Questa prima matrice a carattere didascalico, per la semplicità del linguaggio tecnico adottato, può essere considerata un'esecuzione di bottega. Sempre a sperimentazioni di bottega possiamo ricondurre  le prove di tiralinee sul verso della matrice, forse preliminari alla lavorazione del recto, e l'incisione sul verso di alcuni numeri a bulino.
Nelle lastre incise dai collaboratori di Piranesi si riscontrano comunque dei tratti compositivi, stilistici e tecnico-linguistici comuni, come un “marchio di fabbrica” nel quale si ravvede la supervisione dell'architetto che dirigeva la complessità dell'opera: così è da interpretare la struttura della figurazione, come in altre tavole articolata su fasce parallele; così le linee di costruzione  del disegno tracciate a secco sulla lastra all'interno delle piante; così ancora il fondo omogeneo condotto col tiralinee e la nota pittorica, sempre presente, dell'utilizzo della vernice di riserva per ottenere macchie chiare sulla strada dove è assente la pavimentazione selciata.
Ben evidente sul verso della matrice, margine destro in basso, una reintegrazione in ottone di una lacuna del supporto, parzialmente visibile anche sul recto, margine sinistro, realizzata contestualmente alla manifattura della lastra, poiché i segni incisi sopra non riportano alcuna discontinuità.

Bibliografia

  • Petrucci, 1953, n. 97, tav. 48, p. 246  
  • Focillon, 1967, n. 270, p. 305
  • Wilton-Ely, 1994, n. 405, p. 457
  • Ficacci, 2000, n. 262, p. 245.
  • MISITI, Maria Cristina; SCALONI, Giovanna (ed.), Giambattista Piranesi: sognare il sogno impossibile, Istituto Centrale per la Grafica, Roma, 2022, libro multimedia.  

Condizione giuridica

Condizione giuridica: Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali
Provenienza: Acquisto

Compilazione

Compilatore: Giovanna Scaloni
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