Piranesi Giovanni Battista

Mogliano Veneto (?), 1720 - Roma, 1778

Pianta del Sepolcro di Alessandro Severo

Inventario

Numero inventario: M-1400_80
Inventario storico di categoria: 1400/80
Nuovo inventario di categoria: 10532
Stampa corrispondente: S-CL2394_18667
IVS2: CL16092
Collocazione: Calcoteca

Autori

Incisore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Disegnatore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)

Soggetto

Titolo proprio: Pianta del Sepolcro di Alessandro Severo
Serie: Le antichità romane
Denominazione raccolta: Firmin Didot (Piranesi)

Oggetto

Definizione: matrice incisa

Cronologia

Datazione: 1751-1756 (Sec. XVIII)

Dati tecnici

Materia e tecnica: Acquaforte su rame con interventi a bulino;
Misure: mm 408 x 263, spess. 1,4-1,6

Iscrizioni

Iscrizioni: In alto a sinistra: 80. XXXI; in alto a destra: Tom. II.
In basso: A. Pianta del Sepolcro di Alessandro Severo, situato fuori di Porta S. Giovanni circa un miglio di là / degli Acquedotti. Tutto il gran Masso è fabbricato di Scaglie, e per la mole, e sodezza dinota essere sta / to uno de' più superbi Sepolcri della Romana grandezza. B Pareti interne de' Corritoj foderate di Ta-/ volozza. C Ingresso, il quale conduce al centro del Sepolcro. D Altri Ingressi in oggi turati dalle / rovine. E Centro, ove al riferire di Flaminio Vacca fu trovata l'Urna di marmo, la.qte sarà riporta-/ ta nelle Tavole seguenti. F Veduta dell'esterno del Sepolcro, oggi detto: il Monte del grano.
Sotto a sinistra: Piranesi Archit. dis. ed inc.
Sul verso della matrice: Ordito meccanico con studi per elementi architettonici e decorativi

Osservazioni:

Osservazioni: La matrice, incisa anche sul verso, riproduce il Mausoleo a tumulo di Monte del Grano (Piazza dei Tribuni), così conosciuto sin dal medioevo per la sua forma a moggio di grano rovesciato. L’identificazione storica di questo monumento con il luogo di sepoltura dell’imperatore Alessandro Severo (222-235 d.C.), derivata dal riconoscimento della figura maschile ritratta sul coperchio dell’urna (cfr. cat. 112), è ancora oggi controversa (Buccino 2010, p. 358);  tuttavia la critica concorda nel datare il sepolcro tra la metà del II secolo d.C. e la prima metà del III secolo d.C. (LTUR, Sepulchrum Severi, p. 298).
La parte superiore della lastra mostra la pianta circolare del monumento, con il lungo corridoio assiale che conduce alla camera sepolcrale e un corridoio anulare collegato ad altri due accessi, la cui reale esistenza non ha trovato conferme durante gli scavi effettuati nel 1991 (Armellin 2004, n. 53, p.113). Nella zona inferiore, invece, è raffigurata sulla destra una veduta in lontananza del Monte, con la torre costruita nel XVI secolo e crollata all’inizio del Novecento, mentre in primo piano sulla sinistra un capitello corinzio e altri frammenti architettonici. Di questo dettaglio figurativo, come noto, esiste un disegno preparatorio conservato alla Kunsthalle di Amburgo (Thomas 1954, n. 34), in cui manca però il frammento di cornicione che aggetta oltre i confini della tavola, proiettando la sua ombra sul testo sottostante (espediente spesso usato da Piranesi per accentuare la profondità della figurazione e infrangere l’effetto di continuità lineare dato in stampa dall’uniforme campitura bianca della didascalia). L’idea del frammento mancante sul foglio di Amburgo, pertanto, potrebbe essere stata elaborata solo all’ultimo momento, forse per vivacizzare la composizione; l’ipotesi sembrerebbe avvalorata dalla presenza sul rame di una linea orizzontale incisa a secco, parallela a quella che divide la figurazione dalla didascalia, localizzata poco sopra il margine inferiore dell’immagine. Tale tracciato, riconducibile alla fase preliminare di costruzione del disegno, potrebbe identificasi con la cornice segnata sulla lastra prima di stendere la vernice di preparazione, documentando in tal caso il successivo ampliamento dell’inquadratura finale ad acquaforte rispetto all’idea primaria (forse proprio per aggiungere la parte aggettante del cornicione).
Tecnicamente l’incisione è realizzata con morsure multiple in acido e localizzati rientri a bulino nei segni, in modo da creare diverse modulazioni tonali funzionali ad accentuare gli effetti chiaroscurali o distinguere le strutture murarie esistenti da quelle andate in rovina (vedi i contorni della pianta, caratterizzati dalla stesura di selettive pennellate con vernice di riserva per ottenere in stampa dei toni più chiari). L’osservazione della lastra, inoltre, ha messo in evidenza la presenza di un’abrasione da correzione intorno al numero riferito alla tavola, in corrispondenza del quale il tracciato segnico del cielo risulta interamente reinciso a bulino.
Significative sono le numerose incisioni presenti sul verso della matrice, eseguite con tecnica diretta ed estese su tutta la superficie della lastra. Tali incisioni, da ricondurre a esercitazioni di bottega per diversi soggetti, sono state catalogate per la prima volta da Monferini (Monferini 1967, p. 265 – cfr. cat. 82), la quale ne identifica in parte anche i possibili riferimenti: “Su un fondo ad ordito meccanico, prospettiva di un muro a blocchi rettangolari da confrontare con il canale di cui alle figg. VIII e IX della tav. 483; sulla destra sezioni di arcate con lettere”. Il riferimento della studiosa alla tavola III della Descrizione dell’Emissario del lago di Albano, 1762 (M-1400_487), tuttavia, appare a nostro avviso forzato sia per la morfologia delle due murature prese in esame sia per la differente inclinazione delle stesse. Per quanto riguarda le lettere, invece, l’odierna analisi al microscopio ha permesso di distinguere la seguente iscrizione, estesa con andamento circolare su tre livelli: CAESARIS/EX FIG L (…) DOLIARE C/DOLIARE SERVIANI(..) EX C. La dicitura potrebbe identificarsi con una prova per la trascrizione di epigrafi tratte da uno o più bolli doliari, come quelli raffigurati alla tavola XXVII del terzo tomo (cat. 169).
L’analisi ottica, inoltre, ha permesso di individuare anche dei soggetti non segnalati da Monferini. In particolare, si distingue al di sotto delle arcate un altro tracciato murario eseguito nello spazio lasciato libero da un precedente studio per una base di colonna. Quest’ultimo elaborato, che si estende fino al margine della lastra, trova un preciso riscontro nelle tavole raffiguranti i basamenti tratti dal secondo ordine del Teatro Marcello (cat. 239) o dal Tempio della Fortuna Virile (cat. 256). Ulteriori studi riscontrati sul verso raffigurano una muratura dai grandi conci, due arcate e una finestra resa di scorcio. Infine si ravvisano in più zone della superficie metallica varie esercitazioni per la realizzazione di un motivo decorativo e per una muratura a ciottoli, la cui morfologia grafica ricorre in numerose tavole di quest’opera (vedi a esempio. cat. 116).

Bibliografia

  • Petrucci, 1953, n. 80, tav. 31, p. 246  
  • Focillon, 1967, n. 253, p. 305
  • Wilton-Ely, 1994, n. 388, p. 440
  • Ficacci, 2000, n. 245, p. 233.
  • MISITI, Maria Cristina; SCALONI, Giovanna (ed.), Giambattista Piranesi: sognare il sogno impossibile, Istituto Centrale per la Grafica, Roma, 2022, libro multimedia.  

Condizione giuridica

Condizione giuridica: Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali
Provenienza: Acquisto

Compilazione

Compilatore: Ciro Salinitro
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