Piranesi Giovanni Battista

Mogliano Veneto (?), 1720 - Roma, 1778

Iscrizioni, e Frammenti della Stãza sepolcrale vicina a quella di L. Arrunzio

Inventario

Numero inventario: M-1400_67a
Inventario storico di categoria: 1400/67a
Nuovo inventario di categoria: 10517
Stampa corrispondente: S-CL2394_18654
IVS2: CL16191
Collocazione: Calcoteca

Autori

Incisore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Disegnatore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)

Soggetto

Titolo proprio: Iscrizioni, e Frammenti della Stãza sepolcrale vicina a quella di L. Arrunzio
Serie: Le antichità romane
Denominazione raccolta: Firmin Didot (Piranesi)

Oggetto

Definizione: matrice incisa

Cronologia

Datazione: 1751-1756 (Sec. XVIII)

Dati tecnici

Materia e tecnica: Acquaforte su rame con interventi a bulino;
Misure: mm 402 x 487, spess. 1,4-1,8

Iscrizioni

Iscrizioni: In alto a sinistra: Tom. II. / 67; in alto a destra: XVIII; in basso: Iscrizioni, e Frammenti della Stãza sepolcrale vicina a quella di L. Arrunzio

Osservazioni:

Osservazioni: Questa tre tavole mostrano alcuni frammenti e iscrizioni trovati nella camera sepolcrale scoperta nel 1736 poco lontano da quella degli Arrunzi, nonché i chiodi metallici usati per meglio fissare al muro, al di sotto delle rispettive nicchie, le iscrizioni dei defunti incassate nell’intonaco. Come si può vedere, le iscrizioni recano nomi di individui appartenenti a diverse famiglie. L’impostazione concettuale della figurazione risente di soluzioni iconografiche adottate da Pier Leone Ghezzi nei disegni con medesimo soggetto. Questa composizione, tuttavia, esprime il superamento dell’approccio analitico-didascalico del Ghezzi sia nella restituzione, quasi filologica, degli oggetti, sia nell’adozione di espedienti scenografici, quale la lucerna raffigurata in parte fuori dai contorni della cornice.
La tavola cat. 96 è realizzata con la consueta tecnica dell’acquaforte e sparsi interventi al bulino; le ombre proiettate dagli oggetti e dai frammenti di intonaco sono ottenute infittendo l’intersegno lineare orizzontale che costituisce il fondo omogeneo della figurazione, e talvolta insistendo sull’interlinea con una morsura più prolungata di acquaforte in modo da creare trapassi di ombre modulati; il fondo, rappresentato da due essenziali ripiani costituiti da un ampia campitura lineare tracciata meccanicamente, è scalato in tre piani prospettici dall’allargarsi dello spazio tra le linee o insistendo su di esse. L’esame della matrice rivela un’area di avvallamento della superficie in alto a sinistra, e una lieve ma ampia ammaccatura nell’angolo inferiore sinistro.
Lo studio condotto sulla seconda matrice, eseguita con la medesima tecnica già descritta nella tavola precedente (cat. 96), ha evidenziato che il tracciato segnico dell’inciso ad acquaforte (vedi in particolare l’ordito meccanico che fa da sfondo) fu parzialmente rialzato con numerosi interventi a tecnica diretta tra la fine del XVIII e i primi decenni del XIX secolo, forse per ripristinare la piena stampabilità del rame. L’avvenuta modifica di stato è apparsa palese durante la comparazione delle stampe tratte dalla matrice: negli esemplari che corredano la prima e la seconda edizione (1756; 1784) la trama orizzontale dello sfondo presenta infatti quella omogeneità timbrica tipica della morsura piana in acquaforte, mentre nelle corrispettive stampe tirate da Firmin Didot il medesimo tracciato grafico è caratterizzato da evidenti variazioni tonali, ravvisabili proprio in corrispondenza dei nuovi rientri a bulino riscontrati sulla lastra. A questi restauri sono probabilmente riconducibili anche le lievi bruniture ravvisate su alcuni specchi epigrafici, eseguite per eliminare le linee di costruzione del disegno più appariscenti.
Contestuale all’incisione del rame, invece, risulta la modifica della trama segnica che interessa la lacuna sulla targa in alto a sinistra, dove l’iniziale tracciato orizzontale è stato parzialmente abraso e sostituito da linee oblique e ondulate, in modo da rendere meglio la profondità della frattura. 
Il rame attualmente presenta una deformazione nell’angolo inferiore destro, in corrispondenza del quale sono evidenti sul verso tracce di ribattitura; sempre sul verso si registra la presenza di una lettera “P” di grandi dimensioni, incisa a secco.
Per quanto riguarda la matrice con la didascalia, si segnala l’errata indicazione inventariale incisa presso la Calcografia Camerale, che trova riscontro nella numerazione presente sulla corrispettiva stampa ING CL 2394/18654.
La tavola 98 è stata ottenuta con un trattamento del tutto analogo alle due precedenti (cat. 96 e 97) dello stesso soggetto. L’esame della matrice non rileva danni o particolarità degne di nota.

Bibliografia

  • Petrucci, 1953, n. 67, tav. 18, p. 245  
  • Focillon, 1967, n. 240, p. 304
  • Wilton-Ely, 1994, n. 375, p. 427
  • Ficacci, 2000, n. 232, p. 224.
  • MISITI, Maria Cristina; SCALONI, Giovanna (ed.), Giambattista Piranesi: sognare il sogno impossibile, Istituto Centrale per la Grafica, Roma, 2022, libro multimedia.  

Condizione giuridica

Condizione giuridica: Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali
Provenienza: Acquisto

Compilazione

Compilatore: Mariasole Garacci, Ciro Salinitro
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