Piranesi Giovanni Battista

Mogliano Veneto (?), 1720 - Roma, 1778

Sezione dimostrativa della faccia del muro divisorio della piscina e delle conserve

Inventario

Numero inventario: M-1400_472
Inventario storico di categoria: 1400/472
Nuovo inventario di categoria: 11092
Stampa corrispondente: S-CL2408_19153
IVS2: CL54447_14201
Collocazione: Calcoteca

Autori

Incisore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Disegnatore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)

Soggetto

Titolo proprio: Sezione dimostrativa della faccia del muro divisorio della piscina e delle conserve
Serie: Antichità d'Albano e di Castel Gandolfo
Denominazione raccolta: Firmin Didot (Piranesi)

Oggetto

Definizione: matrice incisa

Cronologia

Datazione: 1764 (Sec. XVIII)

Dati tecnici

Materia e tecnica: Acquaforte su rame con interventi a bulino;
Misure: mm 310 x 229; spess. 1,5-1,8

Iscrizioni

Iscrizioni: In alto a sinistra: 472 / Tav. XVI.
Al centro sinistra: Sezione del / monte
Nel riquadro in basso: Sezione del monte
In basso, fuori cornice: Sezione dimostrativa della faccia del muro divisorio della piscina e delle conserve della Tav. XV. Ivi ac= / cennato cò numeri 5. e 11. A Modiglioni accennati nell'istessa Tav. XV. col num. 5. B Lastrico ivi ac= / cennato col num. 7. sopra la lettera B. C Lastrico ivi accennato col numero 7. sotto la lettera B. / D Acquidotto ivi accennato con numero 9. E Sfogo del dicontro Emissario D. / Piranesi F.


Osservazioni:

Osservazioni: Piranesi durante le sue perlustrazioni nella zona individuò un'altra grande cisterna romana, situata sotto l'edificio di Propaganda Fide. L'autore riteneva che la cisterna fosse stata costruita dall'imperatore Domiziano ma poiché sorge su quelli che erano ritenuti i resti dell'antica Albalonga, egli si chiede nel Capitolo Settimo del commento introduttivo se tale bacino idrico non fosse addirittura precedente e cioé costruito dagli abitanti dell'antica città fondata secondo la leggenda dal figlio di Enea, Ascanio.
Questa cisterna è una delle più grandi dell'antico e per le sue dimensioni richiama alla mente la Piscina Mirabilis del porto militare di Capo Miseno, come segnalato da von Hesberg (von Hesberg in Speciale 1979, p. 105, cat. 42). Il lusso di tali impianti idrici, ha giustamente sottolineato lo studioso, non consisteva soltanto nei grandi spazi e nella preziosità dei materiali impiegati, come marmi colorati e metalli preziosi, ma anche nel mettere a disposizione delle grandi ville imperiali una notevole quantità d'acqua tanto da poter bastare a una piccola città.
La cisterna qui in esame è costituita da tre ambienti comunicanti ben distinguibili nella pianta posta nella zona centrale della tavola XIV, e nella sezione longitudinale della stessa incisione, delineata nella parte superiore. In quest'ultima è indicata la divisione delle due sale piccole in due livelli ma non è certo che tale ricostruzione piranesiana sia attendibile (ibidem). La parte inferiore della matrice presenta alcuni dettagli costruttivi, quei particolari tecnici che Piranesi rappresentava allo scopo di dimostrare l'alto livello tecnico raggiunto dai romani.
La cisterna è scavata nella roccia, come si deduce dalle sezioni delineate nelle tavv. XV e XVI qui in esame, ed ha le pareti realizzate con l'opus reticulatum intervallato da file orizzontali di mattoni, tipica muratura domizianea, sulle quali veniva steso uno strato di opus signinum per impermeabilizzare le superfici.
Nel primo ambiente l'acqua, giunta dall'acquedotto, era lasciata sedimentare per liberarla dalle impurità che, depositatesi sul fondo, erano periodicamente eliminate attraverso un'apertura a forma di pozzo.
Nella tavola XVI sono rappresentati altri dettagli dello stesso monumento che rendono più comprensibile il modo con cui l'acqua entrava ed era poi distribuita. Nella Fig. I è delineata la sezione della camera più grande con la vasca in cui si depositavano i sedimenti e il pozzo, dove gli operai entravano per pulirla. Nella parte inferiore dell'inciso è raffigurata una sezione delle camere più piccole con, in basso, il condotto che portava l'acqua alla villa; le mensole che si vedono in alto (B) svolgevano la funzione di sostegno dell'impalcatura durante la costruzione della volta.
Le due tavole tecniche presentano un'esecuzione ad acquaforte e bulino con morsure a coperture; sono individuabili alcune correzioni, presenti soprattutto tra le scritte eseguite con tecnica diretta a bulino.

Bibliografia

  • Petrucci, 1953, p. 269, n. 472, tav. 16  
  • Focillon, 1967, p. 318, n. 525
  • Wilton-Ely, 1994, p. 715, n. 658
  • Ficacci, 2000, p. 466, n. 577.
  • MISITI, Maria Cristina; SCALONI, Giovanna (ed.), Giambattista Piranesi: sognare il sogno impossibile, Istituto Centrale per la Grafica, Roma, 2022, libro multimedia.  

Condizione giuridica

Condizione giuridica: Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali
Provenienza: Acquisto

Compilazione

Compilatore: Giovanna Grumo
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