Reclam Frèdèric (attribuito a)

Magdeburgo, 1734 - Berlino, 1774

Arco di Druso e Porta San Sebastiano

Inventario

Numero inventario: D-FN513
Numero precedente: FN10032R; FN513
Collocazione: LUIGI KEMPNU; Gabinetto Disegni e Stampe, Fondo Nazionale; scatola; 89

Autori

Autore: Reclam Frèdèric (attribuito a) (1734/ 1774)

Soggetto

Identificazione: Arco di Druso e Porta San Sebastiano
Fondo: Fondo Nazionale

Oggetto

Definizione: disegno

Cronologia

Datazione: Sec. XVIII, seconda metà

Iscrizioni

Iscrizioni: In alto a sin., a matita: «Drusus»
In basso a dx., a matita: «Arc de Drusus»

Dati tecnici

Misure: mm. 196 x 262
Materia e tecnica: acquerello bruno/penna inchiostro bruno

Osservazioni:

Osservazioni: Questo disegno risulta attribuito dalla critica a Friedrich Reclam (Chiarini, 1971), incisore di Magdeburgo attivo a Roma tra il 1756 e il 1762 dopo l’iniziale formazione parigina presso Jean-Baptiste-Marie Pierre. Durante il periodo capitolino l’artista compie diversi studi sui monumenti e le vestigia della città: fogli attualmente conservati al Gabinetto dei disegni e delle stampe di Berlino e che furono tradotti dal tedesco in diverse incisioni. L’opera, realizzata a penna e inchiostro acquerellato, rappresenta un arco monumentale (detto di Druso) ritenuto un fornice dell'acquedotto antoniniano, situato proprio all'inizio dell'Appia antica, di fronte alla Porta di San Sebastiano. Secondo alcune fonti il monumento fu eretto in questa prestigiosa posizione come arco trionfale in onore di Druso maggiore (Germanico, figlio adottivo di Augusto), nell’anno in cui fu eletto console (9 a.C.). Tale carattere spiegherebbe la complessità della costruzione celebrata dalle fonti antiche ma gli studi ritengono debba trattarsi dell'acquedotto di Caracalla che trasportava l’acqua in direzione delle terme che portano il suo nome. Agli inizi del V secolo, sotto l'imperatore Onorio, l'arco fu unito a scopo difensivo alla Porta di San Sebastiano per mezzo di due muraglioni (oggi scomparsi) che formavano una corte interna. 
L'architettura (edificata più verosimilmente nel III secolo d.C.) è inquadrata esternamente da due colonne su un alto plinto con capitelli compositi sormontati da un architrave su cui si eleva il massiccio attico, decorato con un timpano triangolare (attualmente poco visibile), all’interno del quale correva il canale per l’acquedotto. L’arco fu successivamente monumentalizzato per fungere da ingresso alla Via Appia che proprio a Porta San Sabastiano iniziava il suo maestoso corso verso Brindisi.
Come si vede dalla posizione delle torri della porta, il lato ripreso dall’autore risulta quello esterno alle mura, pertanto lo studio rappresenta un’importante documentazione circa lo stato di degrado degli elementi architettonici della facciata dell’arco maggiormente esposta. Dalla donazione di Luigi Kempner del 1907 si possiede un disegno con l’Arco di Costantino che appare stilisticamente omogeno al presente indirizzando l’attribuzione allo stesso periodo romano di Friedrich Reclam.

Filigrana

Descrizione: Iscrizione non leggibile

Conservazione

Stato di conservazione: restaurato
Restauro: 1994-gen; Bartolucci Maria Franca

Condizione giuridica

Condizione giuridica: Proprieta' dello Stato; Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali
Provenienza: Donazione; Istituto Nazionale per la Grafica; 1907

Fonti e documenti di riferimento

Documentazione fotografica: Documentazione allegata; 3014743

Bibliografia

  • Chiarini M., Vedute Romane.Disegni dal XVI al XVIII secolo. Catalogo della mostra, De Luca Editore, Roma, 1971, pp. 74-75
  • Lesur N., De l’atelier de Jean-Baptiste Marie Pierre au palais Mancini. A propos des années parisiennes et romaines de Friedrich Reclam (1734 - 1774) , in "Bulletin de la Société de l’Histoire de l’Art Français", 2008

Mostre

  • Vedute Romane. Disegni dal XVI al XVIII secolo (Roma-Farnesina alla Lungara, Gennaio-Maggio 1971)
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