Giani Felice

San Sebastiano Curone, 1758 - Roma, 1823

Veduta di Villa Camporesi a Marino

Inventario

Numero inventario: D-FN4419
Numero precedente: FN4419
Collocazione: Gabinetto Disegni e Stampe, Fondo Nazionale; Volume; 2604

Autori

Autore: Giani Felice (1758/ 1823)

Soggetto

Identificazione: Veduta di Villa Camporesi a Marino
Fondo: Fondo Nazionale

Oggetto

Definizione: disegno

Cronologia

Datazione: 1807 (Sec. XIX)

Iscrizioni

Iscrizioni: A matita: «Villa C...a Marino 1807»

Dati tecnici

Misure: mm. 198 x 307
Materia e tecnica: matita

Osservazioni:

Osservazioni:  Nel primo decennio del XIX, Felice Giani vive un momento di intensa e prestigiosa attività professionale, spostandosi tra i ponteggi nelle diverse residenze dove è impegnato in vasti cicli decorativi per alcune delle più note aristocrazie di Roma, Bologna e Faenza. Nella città romagnola l’artista è impegnato tra il 1802 e il 1809 nei palazzi Naldi e Milzetti, dando prova di estrema creatività attraverso un repertorio figurativo e un’unità di spartiti decorativi e plastici che segna uno dei vertici dell’Ottocento italiano. Esaltando i temi dell’eroismo attraverso storie mitiche concepite in armonia con la destinazione d’uso degli spazi, Giani celebra le virtù civiche e militari dei committenti: il Conte Naldi e Francesco Milzetti. Segnano altri momenti topici gli impegni decorativi alla Villa Aldini di Bologna (1805), nelle sale dell'antica Libreria Marciana di Venezia (1807) destinate a residenza del viceré d'Italia e nell'appartamento del palazzo dell'ambasciata di Spagna a Roma (1806-07). Il prestigioso Palazzo Marescalchi a Bologna (1810) chiude una stagione fondamentale per l’aggiornamento-in chiave archeologica-del linguaggio neoclassico all’insegna di una personale organicità di progettazione tramite disegni preparatori che raggiunge esiti di spiccato interesse.  
Accanto alle grandi imprese decorative, l’imprescindibile pratica disegnativa di Felice Giani-suggellata dall’insegnamento alla scuola di disegno di Faenza-dà infatti vita a opere grafiche di grande valore e spessore tecnico. Proprio durante gli anni in cui è impegnato nei grandi palazzi di una committenza con legami imperiali, numerosi disegni testimoniano la vitalità di soluzioni grafiche dell’artista piemontese. Tra i vertici di questa produzione, i fogli con episodi legati al mito di Fetonte per la sala ottagonale di Palazzo Milzetti (1802). Durante il soggiorno in Francia (1803) Felice Giani realizza i disegni che rappresenteranno la base per le incisioni di opere del Musée Français di Robillard Péronville e P. Laurent. Di diverso stampo-ma di grande suggestione per gli spunti paesaggistici che offrono-i disegni realizzati nel corso del viaggio intrapreso con alcuni compagni da Faenza a Marradi. L’inserimento delle figure in un foglio recante l'Ara del tempio sacro all'immortalità di Canova, contenuto nel fondo di disegni canoviani all’Archiginnasio di Bologna, chiuderà l’attività professionale di Felice Giani con un impegno di studio architettonico.
Durante l’attività professionale Giani soggiorna diverse volte a Roma sviluppando una cultura dell’antico, maturata soprattutto con gli studi presso la Domus Aurea e le Terme di Tito, fondamentale per il successo delle invenzioni prodotte per la cultura neoclassica. A Roma l’artista frequentava il salotto della pittrice tedesca Angelica Kaufman e nella Villa Correa, dove risiedeva sui resti del  Mauseoeo di Augusto, elesse la sede dell'Accademia de' Pensieri, fondata nel 1790 insieme a Michael Köck.
Appartiene a un suggestivo scorcio romano questo disegno che Felice Giani realizzò nel 1807 durante il soggiorno per la decorazione dell’appartamento neoclassico del Palazzo dell'Ambasciata di Spagna. Il foglio si caratterizza per l’alta qualità grafica che traspare dall’immediatezza dei tratti, frutto di un’opera en plan air in una delle residenze aristocratiche che caratterizzavano il centro di Marino, uno dei più antichi dei Castelli Romani e oggetto di numerose rappresentazioni sin dal XVI secolo. In quest’opera l’artista piemontese lascia trasparire un linguaggio pacato, lontano dalle colte citazioni letterarie, che sembra ben adattarsi al clima rarefatto dell’agro romano. Si intravede la corte circolare di Villa Camporesi che l'artista frequentava anche e per la pregevole raccolta di statue che conteneva. Di particolare interesse le piccole figure che campeggiano sullo sfondo, soprattutto quella (di ispirazione pinelliana) intenta a disegnare (forse un autoritratto). La critica ha posto l’accento sulla differenza stilistica riscontrabile tra il disegno e la cifra che caratterizza i fogli del 1794 realizzati nel corso del viaggio verso Marradi (Beltrame-Quattrocchi, 1969). Se queste prove si caratterizzano per il segno incisivo e scuro, il disegno di Marino riporta alla mente il clima idilliaco del vedutismo tardo-settecentesco. Accanto a questo, l’Istituto conserva un ulteriore disegno dell’autore (D-FN4420r)-purtroppo reso poco leggibile dall’inchiostro che traspare dal verso-che ci permette di vedere la Villa nella sua interezza. Entrambi i fogli fanno parte del taccuino 2604 conservato in Istituto. Si tratta di un documento di spiccata importanza per la ricostruzione dell'attività del maestro tra la fine del XVIII secolo e l'inizio del successivo e notevolmente interessante in quanto ricco di studi sulla statuaria antica che risentono direttamente dell'influsso delle opere di Ennio Querino Visconti pubblicate nel 1796-1797. 

Condizione giuridica

Condizione giuridica: Proprieta' dello Stato; Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali

Bibliografia

  • Beltrame Quattrocchi E., Lazzaro Morrica S., Disegni dell'Ottocento. Dal Canova al Signorini.Catalogo della mostra, Palombi editore, Roma, 1969, t. 13, pp. 19-20, n. 11
  • Ottani Cavina A., F. G. (1758 -1823) e la cultura europea di fine secolo, Milano 1999;
  • Stefani C., Gli studi di F. G. nel taccuino 2604 dell'Istituto nazionale per la grafica di Roma., in "Xenia antiqua", IV, 1995, pp. 119-158
  • Thieme U., Becker F., Künstlerlexikon, XIII, p. 583; Enc. Italiana, XVI, p. 961

Mostre

  • Disegni dell'Ottocento. Dal Canova al Signorini. Roma, Gabinetto delle Stampe, 1969
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